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Melchiorri salva il Pescara, derby pari in extremis

Pescara (4-4-2): Aresti, Pesoli, Grillo, Cosic (80’ Da Silva), Zampano, Salamon, Memushaj, Appelt Pires, Melchiorri, Pasquato (56’ Bjarnason), Sowe (50’ Politano). In panchina: Aldegani, Bunoza, Boldor, Vitturini, Selasi, Pogba, Torreira. Allenatore: Marco Baroni.

Virtus Lanciano (4-3-3): Nicolas Andrade, Mammarella (66’ Nunzella), Aquilanti, Ferrario, Troest, Vastola, Di Cecco, Paghera (82’ Bacinovic), Piccolo (80’ Grossi), Gatto, Monachello. In panchina: Aridità, Amenta, Conti, Agazzi, Turchi, Pinato. Allenatore: Roberto D’Aversa

Reti: 50’ Monachello, 93’ Melchiorri

Arbitro: Michael Fabbri di Ravenna (Citro-Di Vuolo)

Ammoniti: Paghera, Grillo, Memushaj, Monachello, Aquilanti, Troest, Melchiorri,

E’ finalmente derby: all’Adriatico va in scena lo scontro più atteso d’Abruzzo, quello tra il Pescara che stenta con Baroni alla guida e il Lanciano che, dopo essere stata lasciata a piedi dal tecnico passato in biancazzurro, deve a D’Aversa e allo “zoccolo duro” il ruolo della rivelazione del campionato. Circa 800 i tifosi virtussini saliti a Pescara, a testimonianza della forte tensione che avvolge lo scontro. Oltre alla posizione in classifica, la squadra biancazzurra si presenta svantaggiata: Maniero, Lazzari, Zuparic e Pucino fuori dai giochi, falcidiati dal fischietto facile di Ghersini che nella gara tra Delfino e Modena ha fatto strage di cartellini. Baroni costretto a rivoluzionare: coppia d’attacco con Pasquato e Sowe, raddoppiata la spinta sulla destra con Zampano che supporta dalle retrovie la manovra di Melchiorri in mediana. Niente fuori copione, invece, per D’Aversa che attacca con il tridente Monachello-Gatto-Piccolo

Solo 34 secondo dopo il fischio d’inizio e Pasquato cerca la sorpresa con un siluro dalla distanza che ridiscende d’improvviso ma con mezzo metro di scarto sopra la traversa di Andrade. La rapidità di Sowe dà l’illusione di una partita subito sul filo di lana, e invece ben presto la tenzone si assesta sul cauto studio reciproco. Altrettanta illusione è la rovesciata che Monachello tenta al 12’ dal limite dell’area piccola: sballata la mira della punta rossonera. I biancazzurri girano bene la palla a ridosso dell’area ospite, ma è in retroguardia che Baroni se la gioca al meglio: Gatto prova due volte l’inserimento prima della mezzora ma la difesa biancazzurra è ben telecomandata da Baroni che conosce a memoria le sue ex pedine. E allora D’Aversa prova a spuntarla con i traversoni: Monachello, al 27’, raccoglie quello di Mammarella con un’altra rovesciata ma la mira è ancora più sballata del tentativo precedente. Il primo, vero, sussulto arriva al 38’ ed è di marca lancianese: Gatto sfonda sulla sinistra a suon di finte, mette a sedere due avversari per tagliarla radente al centro e trova la respinta nella mischia, è buona per Piccolo che ribadisce a botta sicura dal dischetto ma c’è Salamon a deviare provvidenzialmente fuori dallo specchio. Sempre più palese l’attendismo del Delfino, che lascia campo al Lanciano in attesa della proficua ripartenza. E quel campo se lo prende tutto Piccolo: al 42’ se ne va in doppio passo sulla destra e taglia tutta l’area con un traversone tesissimo, sul palo lontano arriva come un falco Monachello che la sbatte in faccia al legno ad Aresti battuto. Fabbri fischia anche l’offside, ma la difesa biancazzurra chiude il primo tempo scricchiolando.

La ripresa è un flashback per Pasquato, che aspetta ancora una volta solo 30 secondi per scagliare un sinistro improvviso da fuori area: copia carbone dell’avvio del primo tempo il risultato, la palla esce di mezzo metro dal palo a destra di Andrade. Non cambia nemmeno il Lanciano, che continua a spingere con il fioretto di Grillo: al 5’st si insinua sul lato destro dell’area a piccoli passi e manda in tilt Cosic, lo salta e suggerisce in orizzontale per il solito rimorchio di Monachello che si avvita e la manda dentro con un mezzo tacco. 0-1. Baroni reagisce immediatamente e mette dentro Politano per Sowe, i suoi non si spengono e al 7’ la manovra per vie centrali manda Melchiorri alla conclusione d’interno sinistro che gira a rientrare e accarezza il palo sinistro sfilando sul fondo. L’occasione per i raddoppio frentano passa dai piedi di Mammarella al 12’st: punizione dai 25 metri affidata allo specialista e  indirizzata con potenza all’incrocio dei pali, Aresti si supera e sfoggia le ali per volare sul “sette” alla propria destra. Baroni sa di non poter perdere tempo per riassettare la formazione: fuori anche Pasquato, entra Bjarnason e Melchiorri che avanza in prima linea. Vanno benissimo, di contro, gli attaccanti a disposizione di D’Aversa: Piccolo è una spina nel fianco mancino per il Pescara e al 17’st si procura il corner che mette ancora i brividi ad Aresti: sul cross dalla bandierina, Vastola elude completamente la difesa ma alza troppo la deviazione in corsa. La lucidità del Delfino va via via scemando, ne approfitta ancora Piccolo con una finta di sinistro e legnata di destro dal limite che chiama, ancora una volta, Aresti all’intervento con i pugni. Il controllo virtussino aumenta con il passare dei minuti e si vede anche nelle retrovie: Politano, al 35’st, riesce nella prima giostra sulla destra per poi mettere il primo pallone decente in area a disposizione di Melchiorri che arriva a toccare con la testa in tuffo ma è ingabbiato con maestria da 3 difensori che gli impediscono di impattare al meglio. Il tutto per tutto di Baroni si gioca con l’inserimento di Da Silva negli ultimi minuti, e il jolly dà i suoi effetti: Memushaj manda il giovane brasiliano a mettere scompiglio in area rossonera al 40’st, la difesa rintuzza ma c’è anche Melchiorri nella mischia che si ritrova sui piedi la palla buona da scagliare in porta, e invece una deviazione la manda in curva Nord. Gli ultimi minuti sono un attacco disperato e in concreto dei biancazzurri, i lancianesi stanno a guardare convinti di averla già spuntata. E invece al 93’ arriva Melchiorri a guastare la festa frentana: con il coltello fra i denti, recupera una palla sul limite dell’area ospite, se la protegge tra gli spintoni, se l’aggiusta sul destro ed esplode un siluro che non lascia scampo ad Andrade. Un super goal che vale l’1-1 in extremis.

Un finale tipico da derby, un colpo di scena che manda di traverso a D’Aversa una vittoria ampiamente meritata. Una stoccata oltre il 90′ che per Baroni vale più di un semplice pareggio e rimette il Pescara in piedi, quanto meno con il morale.