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Non e’ un infarto, e’ un attacco di panico

Molti di coloro che stanno leggendo questo articolo probabilmente avranno avuto modo di fare esperienza con un attacco di panico e gran parte non l’avranno riconosciuto come tale, piuttosto si saranno preoccupati fortemente della salute fisica, pensando di avere un attacco cardiaco (e probabilmente avranno fatto ricorso ad una visita da un cardiologo, che non ha diagnosticato un infarto e ha rimandato a casa con un tranquillante) o di stare per soffocare. Per cui gran parte delle persone per prima cosa corrono al Pronto Soccorso riportando (secondo il DSM –IV) almeno quattro dei seguenti sintomi:

  • palpitazioni o tachicardia
  • sudorazione
  • tremori
  • dispnea o sensazione di soffocamento
  • sensazione di asfissia
  • dolore al petto
  • nausea o disturbi addominali
  • sensazioni di sbandamento
  • instabilità o svenimento
  • derealizzazione o depersonalizzazione
  • paura di perdere il controllo o di impazzire
  • paura di morire
  • parestesie
  • brividi o vampate di calore

Questi sintomi di attacco di panico durano per un periodo di tempo ben delimitato durante il quale si prova forte ansia, apprensione, paura o terrore. Il fatto di riferire questi sintomi a possibili cause organiche dipende appunto da una componente corporea dominante dell’attacco di panico; in particolare si hanno sintomi cardiorespiratori, gastrointestinali, vestibolari e psicosensoriali. In effetti questi sintomi possono a volte esser legati anche ad un ipertiroidismo, per cui è importante, se non sono mai stati fatti controlli, effettuare degli aggiornamenti specialistici per quanto concerne appunto la tiroide.

Un attacco di panico è tanto drammatico e intenso perché si ha l’impressione che il proprio sistema psicofisico stia cedendo e il timore è poi che ci si possa trovare di nuovo a viverlo. Ha un inizio improvviso e raggiunge l’apice in 10-20 minuti; è improbabile che un attacco possa prolungarsi oltre i 20-30 minuti, un caso del genere è eccezionale e non va attribuito a chi sta provando quelle sensazioni, ma forse agli aspetti esterni che inducono incertezza, agitazione ed ansia ulteriore, come l’apprensione dei familiari che esasperano e rialimentano l’ansia. Questo è un aspetto caratteristico, cioè il fatto che i sintomi del panico non spaventano solo chi li sta esperendo, ma generano allarme anche in coloro che sono presenti alla crisi.

Spesso, soprattutto in caso di primo attacco, il paziente è riluttante ad accettare una spiegazione di tipo psicologico, in quanto si pensa che non è possibile che l’ansia sia la causa dell’attacco di panico e che non si hanno problemi psicologici…

A voi il potere del commento!

Luisa Del Nibletto

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