Allarme VIRUS EBOLA, oltre 100 morti in Africa, a rischio anche l’Italia VIDEO

Davvero drammatico il bilancio, sono 118 le vittime per ebola in Africa, il ceppo del virus, definito più cattivo rispetto agli ultimi anni, attivo in Guinea, ora minaccia l’Europa e dunque l’Italia.

Codice rosso negli aeroporti europei. E’ la prima volta che accade da quando, 40 anni fa, questo virus ha fatto un triplo salto di specie e, dopo i pipistrelli e le scimmie, ha cominciato a uccidere l’uomo.

L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) è realmente allarmata, scrivono le principali testate europee e internazionali di Parigi, Bruxelles, Madrid, Francoforte e Lisbona, nonché principali scali dei voli provenienti dall’Africa.

Il ceppo attualmente attivo in Guinea e in altri Paesi africani confinanti è più “cattivo” di quelli che hanno causato epidemie negli anni scorsi: da una letalità di sette su dieci colpiti, si è passati a nove su dieci. Dunque un virus a cui è praticamente improbabile sopravvivere. Ed è proprio questo uno degli aspetti che fa naturalmente piu’ paura.

Non esiste infatti una cura, l’isolamento e l’attesa di una auto-guarigione sono le uniche armi disponibili. «L’attuale esplosione di focolai in Guinea e Liberia è tra le più difficili mai affrontate e potrebbe proseguire ancora per 3-4 mesi», dichiara il vice direttore generale dell’Oms Keiji Fukuda. L’epidemia in Guinea, inoltre, sta generando per la prima volta il timore che il virus possa varcare i confini continentali e avviare il suo diffondersi anche in Europa.

“L’attuale esplosione di focolai in Guinea e Liberia è tra le più difficili mai affrontate e potrebbe proseguire ancora per 3-4 mesi” ha dichiarato il vice direttore generale dell’Oms Keiji Fukuda.

“Sin dall’inizio – sottolinea Fukuda – l’Oms si è mobilitata ad ogni livello per prevenire nuovi casi, interrompere i contagi e la diffusione insieme a numerosi partners”.

RISCHI PER L’ITALIA

«L’Italia non ha voli diretti con le capitali dei Paesi attualmente coinvolti dall’epidemia; se da una parte è positivo, dall’altra è un fattore di difficoltà poiché passeggeri infetti potrebbero arrivare dagli scali europei. Sarebbe bene, quindi, che anche l’Italia iniziasse ad attivare misure di attenzione negli aeroporti e nei centri di prima accoglienza. La rete dei laboratori di microbiologia clinica in Italia comprende alcuni centri di riferimento con strutture di alto isolamento e capacità tecniche di diagnosticare tali patologie». Queste le preoccupanti parole del presidente dei microbiologi Pierangelo Clerici.

VIDEO: EBOLA SALE BILANCIO DELLE VITTIME

 

 

 

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