Accesso al credito: le piccole imprese chiedono alla Regione di applicare la legge

Abruzzo. Nello scorso mese di maggio il consiglio regionale ha approvato all’unanimità una legge destinata a favorire l’accesso al credito, attraverso i confidi, delle piccole imprese abruzzesi, con particolare riguardo a quelle del turismo e della ristorazione, colpite dall’emergenza Covid-19.

 

La legge, dotata di una copertura finanziaria di 10 milioni di euro, è stata regolarmente pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione: se applicata, avrebbe messo in campo risorse fresche per circa 3.000 imprese, una platea enorme per il tessuto regionale.

Invece a tutt’oggi, così come accaduto anche per l’area cratere 2009, neppure un centesimo delle somme previste è stato speso: perché la giunta, nonostante i proclami delle conferenze stampa, non ha mai provveduto a rimodulare i fondi necessari alla copertura finanziaria del provvedimento, abbandonando la legge nei labirinti della burocrazia dell’Ente.

La presa di posizione unitaria è di tutte le federazioni regionali della piccole e medie imprese abruzzesi.

Non si è persa invece, ed è ancora sotto gli occhi di tutti, la condizione di difficoltà di tante imprese che di emergenze ne hanno dovute affrontare altre in questo anno trascorso invano, a partire dalla difficoltà di accesso al credito, dalla fine della moratoria su mutui e tasse fino alla ormai endemica carenza di liquidità”, si legge nella nota.

”In questo grave e desolante quadro la Regione Abruzzo, nonostante sia stata più volte sollecitata ed evocata dalle associazioni d‘impresa, non solo non ha saputo (o voluto?) porre rimedio a questa situazione, ma ha ignorato totalmente le istanze dell’intero comparto economico e produttivo del territorio.

A differenza di quanto accaduto nelle vicine Marche dove la Regione ha messo a disposizione oltre 35 milioni per una misura analoga.

A questo punto nessuno potrà biasimare né le imprese per aver esaurito la pazienza, né le associazioni che le rappresentano per aver mostrato pubblicamente le proprie ragioni. La palla torna dunque alla giunta regionale, da cui ci aspettiamo che ponga subito rimedio a questa situazione insostenibile”.

 

 

 

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