Ecatombe di fauna in Abruzzo, 34 lupi morti in 4 mesi. Wwf: proteggere le strade

Lupo_mortoPescara. Un’ecatombe di lupi in Abruzzo: 34 esemplari morti dall’inizio dell’anno. Un ritrovamento ogni 3 giorni: il cimurro canino tra le cause. Sotto accusa soprattutto gli investimenti.

“E’ una vera e propria ecatombe”: così il Wwf commenta gli ultimi dati relativi ai lupi trovati morti in Abruzzo dall’inizio dell’anno. Almeno 34 esemplari sono stati ritrovati dal primo gennaio 2013, una media di uno ogni tre giorni, da aggiungere al numero imprecisato di decessi ancora non rinvenuti nelle aree più impervie della regione.

La stragrande maggioranza di queste morti sembra collegata ad un ceppo di cimurro nuovo per l’Abruzzo, probabilmente arrivato in Appennino attraverso cani provenienti dall’estero o cani che per un periodo sono stati in altri paesi e sono diventati portatori della malattia. A questa causa naturale, con 15 carcasse su 24 testate risultate positive alla malattia, si aggiungono purtroppo investimenti da automobile e uccisioni deliberate con arma da fuoco, lacci e veleno.

Una stima, al ribasso, che preoccupa notevolmente, soprattutto se collegata all’investimento del cucciolo di orso bruno avvenuta due giorni fa sull’autostrada di Tornimparte: “Siamo estremamente preoccupati per il futuro della preziosa fauna abruzzese che ogni giorno perde esemplari quasi sempre a causa dell’uomo”, afferma Dante Caserta, presidente del Wwf Italia, che accusa l’incuria delle istituzioni preposte. “Ad esempio”, continua Caserta, “da anni chiediamo pubblicamente interventi sulle strade, promuovendo anche incontri presso le nostre oasi, come quella del Sagittario che ha realizzato nel suo piccolo interventi seppur limitati sulle strade del Comune di Anversa degli Abruzzi. A tutto ciò nessun atto concreto dalle principali istituzioni è seguito, quando basterebbe introdurre semplici accorgimenti nei lavori di manutenzione straordinaria da parte degli enti gestori delle strade”.

Caserta, dunque, si associa a quanto espresso ieri dall’assessore regionale Mauro Febbo, che con una proposta di legge regionale insiste per rivestire di tali responsabilità chi gestisce le autostrade: “Ormai esistono sensori che allertano gli automobilisti”, spiega ancora caserta, “in caso di presenza di animali sulle carreggiate. Si possono installare rallentatori nei tratti più rischiosi, alcuni dei quali conosciuti da decenni, come quello tra il bivio della Camosciara e Villetta Barrea oppure quello sulla Sannite a Villalago. Oppure si possono impiegare autovelox, riuscendo anche a reprimere il fenomeno delle vere e proprie gare che si svolgono lungo alcune di queste strade. Il Governo olandese da decenni ha studiato e poi realizzato una rete di ecodotti – veri e propri ponti e sottopassi destinati agli animali – per coniugare sicurezza stradale e permeabilità di quelle che vengono chiamate barriere ecologiche, come autostrade e ferrovie. Tutto ciò servirebbe anche per salvare vite umane”.

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