La vendita dell’Ex Cofa per il Piano Sociale Regionale: e all’improvviso spunta l’emendamento

ex_cofaLe risorse derivanti dalla vendita dell’ex Cofa, di proprietà della Regione e situato a Pescara, confluiranno nel Piano Sociale Regionale. La risoluzione è stata firmata oggi in Giunta dal presidente Gianni Chiodi, dall’assessore Paolo Gatti, dal presidente della V Commissione Nicoletta Veri’, dai consiglieri di maggioranza e dai consiglieri del Pd Claudio Ruffini, Giovanni D’Amico e Marinella Sclocco.

“I piani di zona, che hanno subito le note riduzioni del Fondo Nazionale per le politiche Sociali, potranno contare su questa importante integrazione” ha spiegato Gatti. “Diamo una risposta concreta ai bisogni stringenti delle nostre comunità, purtroppo con il sostegno di non tutto il consiglio regionale. C’e’ una parte dell’opposizione che preferisce non contribuire alla costruzione di soluzioni possibili per il welfare abruzzese. La nostra concretezza fa da contraltare alle tante, troppe, vuote polemiche sul tema dei presunti e non veritieri tagli al sociale da parte della Regione. “Spiace che anche esponenti delle istituzioni alimentino queste strumentali rappresentazioni con raffiche di sterili comunicati stampa. Nel momento della condivisione delle responsabilità, sono pochi quelli che hanno il coraggio politico di non guardare al colore di parte di chi propone soluzioni, ma alla qualità delle iniziative. Ringrazio, quindi, i consiglieri di maggioranza e quelli di una parte dell’opposizione che hanno contribuito all’approvazione di una risoluzione che consente la continuità dei servizi sociali nella Regione Abruzzo”.

E le critiche arrivano dall’altra parte dell’opposizione, Italia dei Valori e Rifondazione Comunista

“La risoluzione” spiega Costantini “è stata presentata proprio mentre Chiodi si accinge a svendere senza gara l’area ex Cofa alla Camera di Commercio di Pescara e proprio mentre il Comune di Pescara ha deciso di trasferirvi sopra ingenti volumi residenziali privati, allora la contestazione che la risoluzione sia servita a Chiodi solo. Ho voluto denunciare tutto questo pubblicamente, per tentare di stroncare sul nascere questa prassi vergognosa che si sta instaurando in Consiglio Regionale: quella di evocare i bisogni ed i drammi più intimi delle persone e delle famiglie, per giustificare e nobilitare il via libera ad affari e speculazioni. Ma da Chiodi e dai suoi ormai non ci si può aspettare altro. Spiace, invece, constatare che il Pd, così come avvenuto per i sottotetti ed i malati oncologici, abbia abboccato ancora una volta”.

Per Maurizio Acerbo (Prc) e Antonio Saia (Pdci), invece, la risoluzione “puzza di bruciato a chilometri di distanza. Un’operazione cinica e dagli obiettivi dichiarati di dubbia legittimità che rappresenta anche una presa in giro nei confronti di chi sta pagando le conseguenze dei tagli. Non ci stiamo a questo giochetto ed esigiamo che sulle scelte della Regione relative alla città di Pescara si faccia chiarezza nelle sedi istituzionali. Ci dispiace che il Pd sottoscriva documenti di questa importanza senza consultarsi né con il resto dell’opposizione né con i suoi consiglieri del Comune di Pescara che stanno conducendo insieme a noi la battaglia sul destino di quelle aree”.

Questo l’antefatto. Quello che è successo dopo, il capogruppo del Pd Camillo D’Alessandro, lo definisce “una delle più vergognose sveltine di furbi che si lanciano in operazioni penose che puzzano di vecchio e non annunciano nulla di nuovo”.

Una posizione dura, che D’Alessandro spiega con il racconto di quanto accaduto. “Avevamo apposto la nostra firma alla risoluzione, quando all’improvviso è comparso in aula un emendamento, sottoscritto dai consiglieri pescaresi del Pdl (Riccardo Chiavaroli, Federica Chiavaroli, Carlo Masci, Alessandra Petri, Nicoletta Verì, Alfredo Castiglione e dal presidente Nazario Pagano), il quale prevedeva che non tutto il ricavato sarebbe andato al sociale. Una parte, non meglio specificata, sarebbe stata destinata ad interventi di sviluppo infrastrutturale del territorio. Non si evince dal documento, né di quale territorio né di che tipo di interventi si parli. Sembra quasi che i Consiglieri del Pdl pescarese abbiano teorizzato questo concetto: votiamo a favore del Sociale a condizione che un gruzzoletto di un immobile sito in Pescara, resti a Pescara. A parte questa opera di piccolo campanile, il presidente Chiodi si è prestato ad una trattativa spartitoria mettendo in mezzo le esigenze del cittadino, strumentalizzando il bisogno del Sociale per elargire qualche prebenda ai suoi consiglieri Pdl pescaresi, insolitamente uniti nel trattare a quel mercato delle vacche a cui hanno ridotto il Consiglio Regionale. Invece di scippare fondi al sociale, mettessero in campo idee e progetti, iniziassero a risolvere qualche problema, ad esempio il dragaggio del porto di Pescara. Capisco che Sospiri tenti di recuperare all’immobilismo del sindaco Mascia, ma non può farlo sulla pelle degli abruzzesi, in particolare su quella delle categorie più deboli”.

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