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Politica Chieti

Ripascimento litorale vastese. Leandro Bracco: ‘Urge progettualità’

Vasto. “Cospicue somme di denaro pubblico il cui utilizzo non ottiene risultati duraturi. Mancanza di una strategia di medio-lungo periodo tramite la quale evitare l’attuazione di interventi che risultano poi essere tutt’altro che risolutivi. Stagione balneare alle porte che purtroppo rischia di non produrre quei riscontri economici che soprattutto gli operatori del settore auspicano”. Sono fosche le tinte del quadro che emerge dal comunicato stampa diramato dal Consigliere regionale di Sinistra Italiana Leandro Bracco e che riguarda “ciò che da diversi anni a questa parte sta accadendo nel litorale vastese e in special modo nel Comune di Casalbordino”.

 “Da oltre un decennio proprio la comunità casalese – spiega l’esponente di Liberi e Uguali – convive con una problematica assai grave verso la quale soprattutto Regione Abruzzo agisce tramite interventi i cui benefici, dopo pochi mesi, si sciolgono come neve al sole”. “Mi riferisco – prosegue Bracco – ai molti ripascimenti che in diversi lustri sono stati realizzati ma i cui effetti, dopo poco tempo, si sono dissolti nel nulla sia a causa dei cambiamenti climatici sempre più radicali sia per via dell’ingressione marina che altro non è che quel fenomeno naturale per il quale il mare sommerge tratti più o meno ampi di costa”.

 “Quattro anni fa – rileva Bracco – le casse regionali erogarono quasi un milione e mezzo di euro affinchè si desse concretezza ai ripascimenti. Ciò venne fatto ma dopo alcuni mesi il litorale risultava già essere eroso in moltissimi punti”. “Oramai la questione dell’erosione della costa vastese è una vicenda che si ripete ciclicamente – evidenzia il Consigliere – e i continui ripascimenti non sono la soluzione più idonea al problema. Quanto accaduto da un quindicennio a questa parte ha certificato un solo fatto e cioè che stanziare denaro proprio per attuare i ripascimenti senza la presenza a monte di una strategia ben precisa e pianificata significa solamente sperperare soldi pubblici”.

 “Ovviamente è fuori dal mondo anche solo pensare – specifica Bracco – di non procedere ai ripascimenti nell’imminenza dell’apertura della stagione estiva. Se ciò infatti non accadesse, tutti coloro i quali confidano nel lavoro dei mesi a cavallo tra la primavera e l’autunno sarebbero a dir poco penalizzati. Però urge l’elaborazione e redazione di una strategia complessiva nell’ambito della quale è doveroso coinvolgere in primo luogo professori universitari esperti di cambiamenti climatici”. “No allo stanziamento di denaro pubblico per finanziare interventi-tampone. Sì – conclude Leandro Bracco – all’investimento di ingenti somme che a monte abbiano i pilastri operativi della pianificazione, progettualità e lungimiranza”.