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Teramo, spese militari: il Partito della Rifondazione Comunista protesta

Ieri il Circolo di Teramo del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea ha organizzato un presidio in Largo Porta Reale a Teramo, presso il Monumento ai Caduti della Resistenza, in concomitanza con il mercato settimanale, per celebrare il 76° anniversario della Liberazione d’Italia dal nazi-fascismo e promuovere una campagna contro guerre, basi USA e spese militari, per la pace e la salute pubblica. 

I militanti di Rifondazione, con il Segretario cittadino Mirko De Berardinis, sono scesi in piazza allestendo uno striscione e alcuni manifesti con su scritto: “la Liberazione è fuori dalla NATO! Medici e vaccini, non bombe. 25 aprile 2021: la Costituzione antifascista ripudia la guerra: governo e parlamento fanno il contrario”. 

Il segretario De Berardinis e gli altri esponenti di Rifondazione hanno reso omaggio a tutte/i le/i partigiane/i davanti al monumento simbolo della resistenza teramana, ricordando le tante vittime antifasciste, gli eroi di Bosco Martese e i protagonisti della lotta di liberazione nella Provincia di Teramo, Medaglia d’Oro della Resistenza. Sono state poi esposte le proposte di Rifondazione Comunista: drastico taglio delle spese militari per destinare quelle risorse alla campagna vaccinale e alla sanità statale.

“Il nostro Paese spende circa 76 milioni di euro al giorno per le spese militari, allo scopo di garantire la belligeranza dell’esercito oltre confine e i fatturati della propria industria bellica – hanno detto – Nemmeno in tempo di pandemia globale, crisi sanitaria, economica e sociale senza precedenti questa follia bellicista si è interrotta o sottoposta a revisione. Grazie al governo Draghi ben 17 miliardi del Recovery fund saranno destinati a finanziare l’industria bellica nazionale, mentre la cieca visione atlantista del governo e del parlamento impedisce al nostro Paese di approvvigionarsi del vaccino russo Sputnik, in una situazione di campagna vaccinale che non decolla. L’Italia non ha bisogno di guerre, armamenti, missioni all’estero, ma di pace e relazioni internazionali basate sulla cooperazione. Via le bombe nucleari dal nostro territorio, fuori l’Italia dalla NATO! Drastica riduzione delle spese militari in favore di programmi di vera sicurezza sociale, investimenti nella sanità pubblica, lavoro e ambiente”.