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Teramo, la Cgil: “In provincia manca dibattito serio sul lavoro”

La segreteria provinciale della CGIL di Teramo esprime profonda preoccupazione per l’assenza “nella nostra provincia di un serio dibattito ed iniziativa sui temi del lavoro. Permane ancora la mancanza di un luogo nel quale vengono affrontati i problemi, le fragilità, i ritardi della nostra struttura economica ed occupazionale”, fanno sapere.

“L’assegnazione delle deleghe nella giunta provinciale poteva essere un’occasione per avviare questo dibattito. In questo caso, al di là delle competenze istituzionali attribuite alla provincia, con un po’ di coraggio, si poteva assegnare una specifica delega in materia di lavoro per indicare il rafforzamento della struttura occupazionale della provincia di Teramo come obbiettivo politico primario  di questa nuova fase amministrativa. Lo diciamo senza polemica. Ma sarebbe stato interessante per i cittadini e per il sistema sociale ed economico provinciale, se queste lunghe settimane alla ricerca di un equilibrio politico istituzionale, fossero state riempite da un dibattito pubblico dove le diverse forze politiche  proponevano analisi e soluzioni ai tanti problemi del lavoro e della comunità provinciale più in generale. Pensiamo alle vertenze che da tempo si strascinano senza sbocchi, ATR, Veco, l’insieme delle aziende dell’abbigliamento, ma anche ad alcuni forti segnali di preoccupazione che arrivano dal settore alimentare. Il tutto, su uno scenario in rapido peggioramento per effetto del covid e della crisi energetica in atto, dimostra che sussiste una grave vulnerabilità del territorio. Viviamo perennemente in una crisi del lavoro, che è anche crisi sociale. Solo un’azione forte e condivisa di vera politica industriale può provare ad invertire la tendenza. Per questo, ci permettiamo di dire, che lo scenario che ha contraddistinto l’assegnazione delle deleghe nella Provincia di Teramo, nel merito e nel metodo, rappresenta senz’altro un’ulteriore occasione persa”.

E ancora: “In una fase così fragile ed incerta sul terreno sociale ed economico, sarebbe opportuno accantonare tutte le tensioni riferite alla visibilità politica. Tutte legittime.  Ma  gli strascichi  successivi che ne derivano, quasi sempre, rischiano di impedire lo sviluppo di una seria analisi della situazione e il  rafforzamento dell’azione politico-istituzionale.  Questo stallo non c’è lo possiamo permettere, soprattutto su temi quali mercato del lavoro, industria, sistema dei servizi (sanitario in primis),  aree di crisi normativamente individuate sul territorio (es. area di crisi complessa della Val Vibrata). Riteniamo, inoltre, che lo stato delle infrastrutture e l’assetto logistico del territorio, possano rappresentare un serio problema in termini di vantaggi competitivi rispetto ad aree più attrezzate per quanto riguarda l’assetto dei trasporti (ferrovie, porti, strade), in uno scenario di costi crescenti per il trasporto di merci indotti dalla crisi energetica. È necessaria, dunque, una forte integrazione a livello istituzionale di politiche di sviluppo economiche e rilancio del territorio, politiche per il lavoro e la formazione professionale”.

E proseguono: “Giova inoltre ricordare che, alla luce dell’innovazione normativa sul tema delle “crisi di impresa” assumerà un ruolo di primo piano la Camere di Commercio, nell’analisi e nella gestione del risanamento delle aziende in crisi. Ci sembra che nessuno si stia ponendo il problema di come affrontare le crisi di impresa e con quali strumenti. Chiediamo quindi che si attivi un tavolo di concertazione, con la partecipazione delle parti sociali per una concreta discussione sulle strategie da mettere in campo a livello istituzionale per affrontare i nodi critici delle attività produttive e industriali di questo territorio.  Ma per noi è assolutamente prioritario la presa in carico delle vertenze, la verifica dell’effettiva efficacia delle attuali politiche di rilancio del territorio sulle aree di crisi, a partire da un’accurata valutazione delle progettualità e dei relativi finanziamenti messi in campo, ma soprattutto delle risorse del PNRR. Per tutte queste ragioni, auspichiamo che la provincia, smentendo tutti i nostri dubbi e riserve sull’efficacia dell’azione amministrativa così programmata, voglia al più presto e con forza, mettere in campo una specifica iniziativa con la quale avviare concretamente un’analisi delle emergenze e delle necessità presenti nel territorio con l’obiettivo di individuare, programmi, risorse e tempi di soluzione delle stesse”.