Il consigliere comunale Lanfranco Lancione, al centro di un caso politico dopo aver lasciato ieri l’aula di consiglio comunale al momento di ricordare i Martiri delle Foibe, risponde sul suo profilo Facebook ricordando fatti dell’epoca fascista.
“Così… tanto per cominciare dall’inizio. Poi magari parliamo anche delle foibe e di chi ci cadde dentro…”, ha scritto sul suo profilo Facebook, facendo poi un lungo elenco.
“So che a casa vostra siete dei buoni padri di famiglia, ma qui voi non sarete mai abbastanza ladri, assassini e stupratori.” Benito Mussolini ai soldati della Seconda Armata in Dalmazia, 1943
“Di fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava, non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. I confini dell’Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani”.
Benito Mussolini 1920
“Abbiamo distrutto tutto da cima a fondo senza risparmiare gli innocenti. Uccidiamo intere famiglie ogni sera, picchiandoli a morte o sparando contro di loro. Se cercano soltanto di muoversi tiriamo senza pietà e chi muore muore”.
Lettera di un soldato italiano inviata dalla Slovenia a casa nel luglio 1942
E. Collotti, L’occupazione nazista in Europa, Roma, Editori Riuniti, 1964, p. 543.
“Noi abbiamo l’ordine di uccidere tutti e di incendiare tutto quel che incontriamo sul nostro cammino, di modo che contiamo di finirla rapidamente”.
Lettra di un soldato italiano inviata a casa dalla Slovenia nel luglio 1942
“…Si informano le popolazioni dei territori annessi che con provvedimento odierno sono stati internati i componenti delle suddette famiglie, sono state rase al suolo le loro case, confiscati i beni e fucilati 20 componenti di dette famiglie estratti a sorte, per rappresaglia contro gli atti criminali da parte dei ribelli che turbano le laboriose popolazioni di questi territori”
Temistocle Testa Prefetto di Fiume Proclama n° 2798
30 luglio 1942
Boris Gombač, Atlante storico dell’Adriatico orientale, Pontedera, Bandecchi & Vivaldi, 2007
“Il giorno 4/6/1942/XX alle ore 13:30 furono incendiati da parte degli squadristi del II° Battaglione di stanza a Cosale le case delle seguenti frazioni del Comune di Primano: Bittigne di Sotto…,Bittigne di Sopra…, Monte Chilovi…, Rattecievo in Monte… […] Durante le operazioni di distruzione … è stata fatta una esecuzione in massa di n. 24 persone appartenenti alle frazioni di Monte Chilovi e Rattecevo in Monte. […] poiché è da temersi una immediata rappresaglia, si prega vivamente di voler inviare con tutta sollecitudine dei rinforzi”.
(IL COMMISSARIO PREFETTIZIO Attilio Orsarri, 5 giugno 1942)
Alojz Zidar, Il popolo sloveno ricorda e accusa, Capodistria, Založba Lipa, 2001
“Le forze armate del Partito fascista repubblicano nell’Adriatesches Küstenland-Litorale Adriatico, dipendenti operativamente dai tedeschi […] svolsero un ruolo mostruoso: quello di consegnare ai tedeschi i loro concittadini; qui più che altrove, essi svolsero opera di fiancheggiamento nelle operazioni di rastrellamento e di fucilazione delle popolazioni civili […] Svolsero questi ruoli, almeno inizialmente, senza nemmeno essere riconosciuti come alleati dai tedeschi, che solo in seguito li considerarono parte integrante delle loro formazioni”.
(da “Dossier Foibe“ di Giacomo Scotti
” ….. purtroppo non mancarono episodi di brutalità da parte di singoli nostri soldati. In località Pjesivci, alcuni militari della Taro stuprarono due ragazze – Milka Nikcevic e Djuka Stirkovic – per poi ammazzarle sparando loro al seno. Un’altra donna, Petraia Radojcic, fu bruciata viva nella sua casa. A Dolovi Stubicki furono massacrati dieci anziani, uomini e donne. Per aver dato ausilio ai ribelli le popolazioni dei villaggi della Pjesivica furono punite con la requisizione di oltre 1 000 pecore e capre e di 50 bovini”.
“….I condannati vengono condotti sull’altura che domina la cittadina, ed io che li vedo passare mentre salgono al luogo del loro supplizio sono addirittura impietrito! Penso che poteva toccare a me l’ingrato compito di comandare il plotone di esecuzione che li ha falciati a dieci per volta: una scena terribilmente squallida che non dimenticherò mai, vivessi mille anni”.
Generale Giovanni Esposto Regio Esercito
G. Scotti e L. Viazzi, L’inutile vittoria: la tragica esperienza delle truppe italiane in Montenegro, Milano, Mursia, 1998, p. 338.
“Si procede ad arresti, ad incendi, […] fucilazioni in massa fatte a casaccio e incendi dei paesi fatti per il solo gusto di distruggere […] La frase «gli italiani sono diventati peggiori dei tedeschi», che si sente mormorare dappertutto, compendia i sentimenti degli sloveni verso di noi”.
Umberto Rosin Commissario Civile del Distretto di Logatec (Slovenia) 30 luglio 1942
“Le brutali rappresaglie degli italiani (l’incendio di 23 case e l’uccisione di circa 120 abitanti di Vlaka, Jabuka, Babina e Mihailovici e altri villaggi sulla sponda del Lim, nonché le successive commesse a Drenavo) suscitarono in noi e nei nostri combattenti un cupo furore”
Josip Tito Memorie
G. Scotti e L. Viazzi, L’inutile vittoria: la tragica esperienza delle truppe italiane in Montenegro, Milano, Mursia, 1998, p. 33.
“….Anche il Duce ha detto di ricordarsi che la miglior situazione si fa quando il nemico è morto. Occorre quindi poter disporre di numerosi ostaggi e di applicare la fucilazione tutte le volte che ciò sia necessario….. Il Duce concorda nel concetto di internare molta gente – anche 20-30000 persone”.
Generale Mario Roatta Fiume 23 maggio 1942