Monta la polemica dopo la scelta del consigliere Lanfranco Lancione di abbandonare l’aula a Teramo ieri al momento della commemorazione dei Martiri delle Foibe.
“Da cittadino teramano, da italiano, da padre di una bambina di 13 anni, prima ancora che da consigliere capogruppo di Fratelli d’Italia stigmatizzo con la parola vergogna quello che è avvenuto – sottolinea Pasquale Tiberii – E’ stata scritta la più brutta pagina della storia del consiglio comunale della città di Teramo ad opera del consigliere Lancione, di dichiarata fede comunista, il quale in spregio alle più elementari regole di educazione e rispetto ha abbandonato l’aula consiliare lanciando sul tavolo della presidenza il badge di presenza dopo la richiesta di commemorare i Martiri delle Foibe con un minuto di silenzio ad inizio seduta. Il tutto è avvenuto con il colpevole silenzio del sindaco, della giunta e dei consiglieri di maggioranza. Anzi, al consigliere Fracassa che aveva evidenziato l’atto, dai banchi della giunta si è cercato di spiegarne l’atteggiamento come una presa di posizione dinanzi ad una sorta di propaganda elettorale del centro destra sulla tragedia delle foibe”.
E ancora: “Sarebbe bastato dire il consigliere Lancione ha sbagliato ed ha sbagliato tanto perché con il suo inopinato comportamento non ha mancato di rispetto solo all’assise civica del capoluogo ma e soprattutto a diverse migliaia di italiani trucidati nelle foibe ed ai circa 300.000 esuli dalmati, istriani e fiumani che per le milizie del maresciallo Tito avevano la sola colpa di essere italiani. Nell’attesa delle scuse di Lancione aspettiamo anche da parte del sindaco D’Alberto nonché dei gruppi consigliari di maggioranza una netta presa di distanza da un gesto così disonorevole e di totale lontananza dalle parole del Presidente della Repubblica e delle maggiori cariche istituzionali dello Stato”.
“Evidentemente non è servita a nulla la visita a Teramo del Presidente Mattarella che, dopo settant’anni, ha aperto, con le sue parole, uno spiraglio di memoria condivisa su quella che fu una tragedia nazionale – dichiara Francesco Di Giuseppe, vice Presidente di Gioventù Nazionale – Evidentemente il consigliere Lancione era distratto ieri quando Mattarella parlava delle foibe come una ‘sciagura nazionale sottovalutata’ e sull’importanza odierna nello stare attenti oltre al negazionismo anche all’indifferenza. Le parole di Mattarella suonano oggi profetiche: ribadiva infatti l’esistenza di piccole sacche di deprecabile negazionismo militante e riconosceva nell’indifferenza l’avversario da battere, perché il disinteresse, la noncuranza, che si nutrono spesso della mancata conoscenza della storia e dei suoi eventi, conducono a quelle che il Capo dello Stato definisce “penose circostanze” che gravano ancora sulle spalle di una parte di popolo. Ma il comportamento di Lancione svela la vera essenza della sinistra che predica l’accoglienza verso lo straniero invocando l’asilo per tutti e commuovendosi per foto di propaganda realizzate ad arte e dimenticano come gli unici profughi che la sinistra italiana ha rigettato con violenza erano italiani: istriani e dalmati.A Lancione, che vuole con il suo comportamento continuare con il clima da guerra civile, voglio ricordare di quando la sinistra ha trattato come invasori, come traditori, trecentocinquantamila profughi istriani e dalmati: al loro rientro in Italia ad attenderli nei porti di Bari e Venezia c’erano sì i comunisti, ma per dedicare loro solo insulti, fischi e sputi. A Bologna, per evitare che il treno con gli esuli si fermasse, i ferrovieri minacciarono uno sciopero e poi rovesciarono addirittura il latte che era stato raccolto per le donne e i bambini affamati. Questo, fu il benvenuto del Pci e della sinistra che predica accoglienza e fa la morale agli italiani che abbandonarono la Jugoslavia per tornare in Italia, quella che consideravano ancora la loro Patria”.