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Teramo, bollette Ruzzo. Il M5S: “Invece di acqua, dai rubinetti esce champagne?”

Sulla vicenda delle “bollette pazze” il Movimento 5 stelle si unisce al coro trasversale di proteste che coinvolge cittadini comuni, partiti ed associazioni.

“Non possiamo che biasimare il comportamento della dirigenza, arroccata nella sua torre eburnea ad osservare, con malcelato sdegno, i tanti clienti che osano sollevare civili proteste per la rilevanza degli importi che si sono visti recapitare – dice il consigliere Pina Ciammariconi  – Scuse non ne abbiamo viste, giustificazioni si, tante, troppe. Non entriamo negli aspetti tecnici della vicenda, spetta ai dirigenti, profumatamente pagati, dirimerla. Non ci interessa quindi capire se questo maxiconguaglio sia cosa buona e giusta o se, come sostengono in tanti, l’autolettura spettasse all’ente stesso con almeno due passaggi all’anno. Quello che contiuna a stupirci è la mancanza di empatia come tratto distintivo del Cda. Non una parola sulle difficoltà cagionate da questi esborsi, che andranno a ricadere sulle spalle di famigle già duramente messe alla prova dalla pandemia. E pazienza se i cittadini vedono recapitarsi bollette sempre più elevate. Così vuole l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, così sottoscrivono i zelanti ragionieri dell’ente, anche se le voci fuori dal coro negano certi automatismi. E pazienza se arrivano conguagli che ci fanno pensare che più che l’acqua, dai rubinetti sia uscito nell’ultimo trienno un ottimo Dom Perignon del ’53”.

E ancora: “I chiarimenti via telefonica poi, sono pura utopia, più facile vincere al Superenalotto che prendere la linea. Pietoso il silenzio dei tanti sindaci che hanno sempre fatto quadrato intorno al Cda e che adesso tacciono imbarazzati di fronte alle proteste dei loro concittadini. Quando la nuova governance si insediò nell’anno di (poca ) grazia 2019, nutrivamo qualche speranza: che davvero questa istituzione, nota in passato più per l’incredibile numero di assunzioni effettuate che per reali meriti, si trasformasse in un ente prossimo ai bisogni dei teramani; che la mission aziendale fosse quella di rendere le bollette più leggere e che migliorasse l’ascolto dell’utenza. Niente di tutto questo è successo”.