La FLC CGIL Teramo invita il personale scolastico a scioperare il 15 dicembre “contro una legge di legge di bilancio che non affronta i problemi del nostro sistema formativo ma certifica le diseguaglianze, determinando un aumento del divario tra le regioni ricche e le altre. Una legge che colpevolizza e colpisce i più poveri, accresce anziché contrastare la precarietà, (es. voucher) non riduce il divario di genere, premia gli evasori, aumenta l’iniquità del sistema fiscale con la Flat Tax, riduce di fatto le risorse necessarie per sostenere la sanità, la scuola ed il trasporto pubblico, non stanzia risorse per i rinnovi contrattuali pubblici (ma aumenta le risorse alle scuole private), non modifica la legge Fornero e cambia il meccanismo di indicizzazione delle pensioni in essere. Per la scuola questo significa cose precise: non ci sono le risorse per il rinnovo del contratto di lavoro”.
E ancora: “Dopo aver sottoscritto un accordo per un primo aumento salariale, l’impegno da parte del Ministro e del Governo era di reperire nuove risorse (oltre quelle che abbiamo già assicurato con il primo accordo) non solo per la chiusura definitiva del CCNL 2019/2021, ma soprattutto per il futuro CCNL 2022/2025. La risposta della Legge di Bilancio è uno zero assoluto. Questo significa che con una inflazione al 12% andiamo incontro ad un blocco contrattuale più pesante del passato, nonostante le promesse del ministro e l’accordo del 10 novembre 2022 fra Ministero e sindacati. Risulta inaccettabile la previsione della riorganizzazione della rete scolastica che condurrà nel giro di pochi anni alla riduzione delle unità scolastiche con autonomia a sole 6.885 unità. La logica del risparmio che comporterà la creazione di un gran numero di scuole sovradimensionate e difficilmente gestibili, con un peggioramento generale del servizio scolastico e che contribuirà ad acuire i processi di desertificazione delle aree interne. In provincia di Teramo a regime si rischiano di perdere oltre 10 istituzioni scolastiche sulle 42 esistenti. Lo ripetiamo: non ci si può limitare ad “assecondare” la dinamica demografica e tagliare in proporzione al numero degli alunni, altrimenti si rischia una spirale inarrestabile, che avrà tra i suoi effetti quello di non poter garantire un’offerta formativa di qualità. La particolare conformazione territoriale della provincia di Chieti, la presenza di comuni montani, la mancanza di efficienti reti di trasporto rende necessaria un’attenzione specifica al territorio”.
Il sindacato sottolinea che “sul reclutamento dei docenti non c’è nessun tavolo di confronto specifico per trovare delle soluzioni condivise per semplificare le attuali procedure concorsuali al fine di rendere concreta l’assunzione di tutti i posti disponibili. Ricordiamo che quest’anno ci sono 700 precari nelle scuole teramane con contratti al 30 giugno o al 31 agosto, consolidando un dato ormai strutturale: ovvero circa il 20% dei lavoratori della scuola è precario. Al contrario, occorrerebbe intervenire con politiche per il reclutamento in grado di coniugare il rispetto dei diritti acquisiti e la continuità didattica con la qualità dell’offerta formativa”