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Prati di Tivo, la Provincia replica al PD: “Documentarsi prima di parlare”

“Magari era il caso di aspettare l’8 giugno data dell’udienza del Tar. Magari, qualche volta, è il caso di aspettare e controllare bene cifre e atti. L’unica cosa vera delle dichiarazioni ascoltate sono quelle relative al fatto che per anni la Gran Sasso Teramano è stata gestita dal centrosinistra, in Provincia e in Regione e che l’abbiamo ereditata veramente “sinistrata” senza mai mettere la croce a nessuno”.

A dirlo in una replica alle esternazioni del Partito Democratico, il presidente della Provincia di Teramo, Diego Di Bonaventura.

“Società in liquidazione, scelta voluta dall’ex presidente Di Sabatino che evidentemente non riteneva si potesse salvare; con un debito di oltre un 1 milione di euro; con una gestione diretta in continuità, che è vietata dalla legge e che ha aumentato ulteriormente il debito, due bilanci non approvati e un liquidatore che non abbiamo scelto noi ma abbiamo confermato per dare continuità all’azione amministrativa. Perché per me era importante chiudere questa brutta pagina. Le cifre certificate di bilancio (la documentazione è a disposizione di qualunque giornalista volesse verificarla con i Revisori dei Conti). Il debito trae origine dalla transazione del 2015 di 10 milioni. Non sono state pagate le imposte e non è stata avviata una transazione con l’Agenzia delle Entrate per ridurlo o rateizzarlo. Lo vogliamo dire, un vero danno erariale di cui non si è chiesto conto a nessuno. Nella gestione attuale abbiamo costituito un fondo rischi e uno di manutenzione, nessun aumento di spesa visto che la ditta Finori ha anche pagato un canone”.

E ancora: “La Provincia gestita dal centrodestra insieme all’Assemblea dei Soci (un particolare che il consigliere Scarpantonioomette in continuazione come se la Camera di Commercio non esistesse…c’è da chiedersi perché visto che si tratta di un omissione che crea l’impressione che abbiamo deciso da soli  mentre non è vero) ha dato seguito alla liquidazione – unica strada legale alternativa al fallimento per pagare i creditori –; abbiamo fatto sei bandi, trovato due acquirenti ad una somma che se concludiamo la vendita ristorerà tutti i soci e i creditori con il raddoppio del capitale. Ora aspettiamo l’8 giugno: abbiamo nominato un pool di esperti avvocati Claudio Verini, Carlo Costantini, Divinangelo D’Alesio e Pietro Referza. Se, come ci auguriamo, non verrà concessa la sospensiva dal 9 giugno siamo pronti per andare dal notaio e firmare la vendita della GST ai F.lli Persia. Sarà stata anche confusa ma ci stiamo giocando la partita del futuro con le carte che ci sono state passate. La Provincia e la Regione gestita dal centrodestra hanno finanziato un progetto di 2 milioni e 400 mila euro a valere sui fondi complementari del PNRR: un progetto rimodulato sulla base delle richieste dei Comuni e che rimarrà patrimonio delle due amministrazioni comunali, Pietracamela e Fano Adriano, per la prima volta insieme in un progetto di sviluppo turistico. Quindi è falso che non ci sono progetti”.

Notazione sui 4 milioni stanziati dalla Regione nel 2018: “Da qualche tempo il capogruppo del PD Mauro Scarpantonio pone l’accento su alcuni finanziamenti che sarebbero andati persi. Bene, i progetti sono accomunati dal fatto che sono stati gestiti dallo stesso Rup e a questo proposito mi congratulo con me stesso per la scelta del nuovo dirigente Ranieri. La mancata imputazione di questa o quell’opera sui documenti amministrativi e contabili non è responsabilità della politica- che ha chiaramente espresso la sua volontà – ma di chi non ha gestito con cura i procedimenti. Quindi, stia tranquillo Scarpantonio partiranno anche i lavori dei 4 milioni sulla 43 e 43/a: diciamo che nonostante le forze avverse siamo riusciti a recuperare anche questo lavoro. Ultima considerazione: il PD faccia pace con sé stesso, ci dica chiaramente cosa intende fare sulla proposta di riformulazione del Testo Unico per le Province. Si legga bene la proposta sul tavolo del Consiglio dei Ministri, si studi i drammatici documenti dell’UPI sullo stato di questi enti che una scellerata riforma targata PD bocciata sia dagli elettori che dalla Corte Costituzionale ha messo in ginocchio. Poi, solo dopo, può chiedere alla Provincia, ente senza funzione, personale e finanziamenti congruenti, di tornare a gestire direttamente la cabinovia”.