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Polemica sulla Cpo a Pineto: “L’assessore Illuminati conosce le sue competenze?”

“L’assessore Marta Illuminati ammetta di non conoscere le proprie competenze”. Lo dice Fratelli d’Italia Pineto tornando sul caso della Commissione Pari Opportunità del Comune da cui si sono dimesse tre consigliere.

“È imperativo che, come assessore delegato alle Pari Opportunità, Marta Illuminati abbia il compito di formulare e attuare politiche che promuovano l’uguaglianza di genere e i diritti delle donne. Pertanto, la sua affermazione di non essere responsabile per la situazione venutasi a creare all’interno della Commissione per le pari opportunità a causa dei comportamenti assunti dalla presidente in danno alle tre dimissionarie e dal suo modus operandi, è contraddittoria e incomprensibile”, commenta Pio Ruggiero, coordinatore locale di FdI.

“Come cittadini, prima che come forza di opposizione e primo partito politico della città, abbiamo il diritto di sapere se l’assessore conosce le sue competenze e di chiederle di assumere le relative responsabilità. Invece di continuare a mentire pubblicamente, l’assessore e il Sindaco devono fornire una spiegazione adeguata per quanto accaduto e non addossare la colpa sugli altri, continuando a voler giustificare il comportamento irrispettoso della presidente Anna D’Amario dal momento che tutta la giunta, in particolar modo Verrocchio e Illuminati, conoscevano questo fatto increscioso da oltre un anno. Questo è un fatto meramente politico. Come può un assessore con delega specifica invocare l’autonomia della Commissione dalla stessa dipendente?”.

E ancora: “Il fatto che l’assessore e il Sindaco non abbiano provveduto a far sì che la Cpo potesse continuare a lavorare efficacemente, lasciando che la Presidentessa Anna D’Amario insistesse su atteggiamenti irrispettosi verso le persone e le professionalità e adottasse comportamenti non coerenti con i principi che regolano il lavoro di gruppo, è gravissimo. Fratelli d’Italia considera questa situazione una mala gestio. Il Sindaco Verrocchio ha il dovere civile, prima che morale, di prendere le misure necessarie per ripristinare la responsabilità dei fatti e garantire che la Commissione possa continuare a lavorare efficacemente nell’interesse dei cittadini. L’uguaglianza di genere e i diritti delle donne sono troppo importanti per essere lasciati nelle mani di chi non è in grado di assumersi le proprie responsabilità continuando a tutelare solo una nomina politica”.