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Non c’è pace per gli impianti teramani: Fano Adriano va al Consiglio di Stato, congelata la vendita a Finori

Il Comune di Fano Adriano ha presentato appello al Consiglio di Stato chiedendo oltre 500mila euro di danni alla Gran Sasso Teramano e la sospensiva della prima sentenza del Tar che era stata favole alla società.

L’Assemblea dei soci della società in liquidazione – erano presenti la Camera di Commercio, la Provincia, l’Asbuc di Intermesoli e di Pietracamela – questa mattina, chiamata ad esprimersi sull’atto di vendita della società alla ditta Finori, ha registrato un nuovo colpo di scena che rimette in discussione il percorso compiuto fino ad oggi: la vendita alla ditta Finori della società per 1 milione e 650 mila euro si sarebbe dovuta formalizzare davanti al notaio in questi giorni.

“Se penso alle vicende che hanno preceduto il mio mandato e che hanno segnato anche questi due anni mi viene in mente Catone:”Homines nihil agendo discunt male agere” l’uomo, non facendo niente, impara a fare il male – ha dichiarato il liquidatore, Gabriele Di Natale, rassegnando le sue dimissioni – Con animo franco perché non ho più la serenità e nemmeno il tempo, la lucidità e la voglia di portare a termine il mio mandato”. Secondo Di Natale quello del Comune di Fano Adriano è un “atto ostile, l’ennesimo, per ostacolare la vendita”.

“Accade quello che nessuno può immaginare – ha dichiarato il presidente Di Bonaventura – un territorio che agisce contro se stesso, si perde nelle faide senza valutare gli effetti che questi avranno sulle persone, sul tessuto sociale ed economico”.

A questo punto si allontana la riapertura degli impianti anche per la stagione invernale dopo la chiusura estiva per mancanza della concessione non deliberata dall’Asbuc di Pietracamela. 

L’atto notarile per la vendita viene procrastinato almeno in attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato sulla richiesta di sospensiva del Comune di Fano Adriano: si ipotizza un altro mese. L’Assemblea, assistita dai legali e dai consulenti, ha ragionato su una clausola di salvaguardia che tuteli l’acquirente – la ditta Finori – rispetto alle rivendicazioni economiche del Comune considerate le perplessità di Finori, chiamato in Assemblea, ad assumersi anche il rischio di un eventuale sospensione dell’attività o di una soccombenza sulle richieste economiche avanzate dal socio della Gran Sasso Teramano.

In alternativa si potrebbe pensare a stralciare la stazione di Prato Selva, oggetto del contendere.

In ogni caso, ha specificato il presidente dell’Asbuc di Pietracamela, Paride Tudisco, la concessione dei terreni potrebbe passare per “bando pubblico” e non essere affidata automaticamente ad un nuovo proprietario. “Il ricorso ha creato una vera e propria impasse, ha destabilizzato una situazione già complessa. Questo ultimo aggravio non ci voleva”, ha commentato la presidente della Camera di Commercio, Antonella Ballone, che si è riservata di tornare in Consiglio di Amministrazione per le azioni da intraprendere.

“Non c’è molto da dire: quando sono arrivato la società era in liquidazione ma agiva contra legem in continuità, aveva 3 bilanci non approvati e un debito di un milione. Prima abbiamo mesos in vendita i beni e sono andati deserti, poi siamo arrivati alla vendita della società- tutti passaggi approvati dall’Assemblea – ad una somma, 1 milione e 650 mila euro che copre tutti i debiti e ristora tutti i debitori: anche Fano Adriano e l’Asbuc. Il ricorso appare come una ritorsione che lede anche gli interessi del Comune perché la società non ha una lira e se anche fra qualche anno il Consiglio di Stato dovesse dargli ragione non si capisce con quali soldi potrà essere pagato. Un gesto illogico. La Provincia, sotto la mia amministrazione è rientrata nel COTUGE, siamo qui come siamo li in veste di soci – ha chiosato il Presidente – due stazioni turistiche a pochi chilometri di distanza fra loro. Eppure la differenza è siderale, a Monte Piselli accade tutto il contrario: la collaborazione è massima, grazie alle sinergie istituzionali a Monte Piselli è stata finanziata la cabinovia… che però parte e arriva da Ascoli. Che dire di più? Incontrerò presto la nuova amministrazione alla quale faccio i miei auguri, ne hanno davvero bisogno. Intanto anch’io valuterò insieme ai legali eventuali azioni di responsabilità”.