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Politica Teramo

Nereto, parco ecosostenibile ancora chiuso. Laurenzi: ecco perchè

Nereto. Il Pd domanda. Il sindaco Daniele Laurenzi risponde. Chiamato in causa dal circolo cittadino Dem sul perché, ad un mese delle elezioni, non sia ancora stato aperto il nuovo parco ecosostenibile, Laurenzi replica agli ex amministratori cittadini.

 

E mette sul piatto della bilancia situazioni nuove, come per esempio l’arrivo in Comune, lo scorso 2 luglio, di un decreto ingiuntivo di 11.760 euro da parte della ditta che ha realizzato l’impianto di irrigazione nel parco Pertini.

 

“Questo aspetto”, fa notare il sindaco di Nereto, “non è di poco conto considerando il costo complessivo dell’opera che è lievitato a ben 112.986,67 euro al cospetto di un primo progetto esecutivo del 2015 che prevedeva la spesa di 62.500,00 euro di cui 50.000 euro finanziati dalla Fondazione Tercas e 12.500 con risorse di bilancio comunale che nel 2017 sono arrivate a 62,986,67 euro (quando si parla di progetti sbagliati e di costi che lievitano tipo il Romeo Menti…parliamone). Occorre per di più verificare perché dovrebbero essere gli operai comunali a terminare i lavori (così come asserito dal Pd) e quali lavori dovrebbero fare se gli stessi lavori del nuovo parco sono stati ultimati e collaudati lo scorso 28 maggio così come ribadito sempre dal Pd.

 

Quindi mi preme specificare che i pochi dipendenti comunali addetti alle manutenzioni non vengono tenuti lontani dagli ultimi “ritocchi” per aprire il parco Pertini bensì in questa fase sono intenti allo sfalcio dell’erba (senza mezzi e attrezzature idonee) sugli altri parchi e sulle altre numerose aree verdi anche attigue al parco Pertini. Ringrazio i dipendenti per il lavoro svolto in condizioni inenarrabili.

 

Inoltre voglio precisare che il richiamo ai lavori pubblici (durante il mio assessorato) di adeguamento sismico dell’asilo nido e alla riapertura dello stesso senza ultimare i pagamenti non è affatto pertinente in quanto la ditta esecutrice dei lavori non poteva essere pagata poiché in concordato preventivo e il Tribunale non autorizzava alcun pagamento di riflesso l’asilo doveva riaprire essendo un servizio primario e di pubblica utilità”.