Giulianova, i diktat del PD sulle modifiche ex Sadam

Giulianova. A proposito delle voci negli ultimi tempi circa eventuali modifiche alle condizioni stabilite da convenzione pubblica tra comune e privato in merito all’area ex Sadam, il partito democratico di Giulianova si sente in dovere di fare alcune riflessioni dato che ne ha promosso e seguito l’iter dal 2007, anno in cui il piano di recupero fu adottato con la sindacatura Ruffini, fino alla sua approvazione definitiva nel 2010 nella prima amministrazione Mastromauro a cui consegui la convenzione ad oggi vigente”.

Lo ha dichiarato il PD giuliese, precisando che “non conoscendo il contenuto di quanto si andrà a modificare, non si è contrari a prescindere ad eventuali migliorie a quanto approvato definitivamente nel piano di recupero del 2010, ci teniamo però a sottolineare che ci si aspetta che vengano tenuti ben saldi i punti fondamentali rispetto alla contropartita pubblica che portarono a quella soluzione e cioè:

che la grande piazza di fronte via Sardegna rimanga così com’era e magari non venga in mente a qualcuno di trasformarla in un parcheggio a servizio di qualche attività commerciale non prevista fino ad ora; che le superfici commerciali ancora da edificare siano di “vicinato” e non medie superfici di vendita non previste nel Piano vigente che, se fatte realizzare non farebbero altro che configurare un centro commerciale di fatto che farebbe saltare tutte le attività commerciali su via Trieste e di quel che rimane del centro commerciale “Portici”; che vengano ristorate al comune le somme derivanti dall’ obbligo mai assolto dal privato di realizzare una tensostruttura ad uso teatro tenda nell’attesa che si fosse costruito il teatro nel manufatto da recuperare (circa 200.000,00 euro da capitalizzare dal 2010 ad oggi); che allo stesso modo, se non dovesse più realizzarsi la sala teatrale, vengano capitalizzate nei confronti del Comune le somme derivanti dal mancato uso delle 20 serate all’anno per venti anni stabilite nella convenzione vigente; che le urbanizzazioni esterne allora previste (via Sardegna, via Trieste ecc.) siano realizzate a cura del privato così come stabilito allora con cifre già ben definite; che vengano ricalcolati gli sgravi e le superfici concesse in più a fronte del fatto che si fosse ristrutturato il manufatto di “archeologia industriale””.

“Infine la salvaguardia degli spazi dove andare ad ubicare la farmacia comunale oggi in affitto e la fruibilità pubblica degli spazi oggetto di pubblica cessione.  In buona sostanza il “saldo” di ciò che deve tornare al pubblico tra quello che fu stabilito allora e ciò che si dovesse andare a modificare oggi dovrà essere per forza uguale almeno a zero. Altrimenti si tratterebbe solo di una mera operazione di saldi di fine stagione. Ma confidiamo nel fatto che l’amministrazione comunale farà gli interessi della città prima di tutto come è giusto che sia”, conclude il PD.

 

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