Lo ha dichiarato Dino Macera del Partito Comunista Italiano, spiegando che “il civismo, dunque, è fraudolento in sé, è un inganno, un imbroglio. Per questo, paradossalmente, a Costantini dobbiamo essere grati, perché appunto ha, con la scelta di formalizzare il suo ingresso nel partito nazionalista e razzista della Lega, disvelato l’inganno iniziale.
“Il punto di fondo, tuttavia, dell’adesione alla Lega – aggiunge – da parte dell’universitario della strada, è il vomitevole inganno consumato ai danni degli elettori e della città. L’elezione diretta del sindaco prevede che fra elet-tori e candidato sindaco si stabilisca un rapporto diretto, non mediato. Un rapporto che si perfeziona con la proposta del programma di governo e l’adesione alla medesima proposta dei cittadini espressa con il voto. Questo patto è stato unilateralmente violato, vilipeso, rotto dal sindaco. Perché lo ha fatto? Per una illuminazione postuma sulla via di Salvini? Se così fosse, in aderenza al vincolo ‘contrattuale’ che aveva stretto con gli elettori, dovrebbe dimettersi, senza indugio. La sua adesione alla Lega avrebbe, così, l’alto valore di una scelta ideale. Il sindaco, tuttavia, non si dimetterà. Non lo farà perché l’ingresso nella Lega non è ispirata da ragioni valoriali ma più volgarmente da ambizioni personali. La Lega, un banale strumento per perseguire un disegno tutto misurato sulle proprie aspettative di carriera. La politica, che dovrebbe essere altissima funzione po-sta al servizio della comunità di cittadini e condotta sulle coordinate ideali della cultura politica di riferimento, ridotta a terreno maleodorante del carrierismo più deteriore. Una scelta, peraltro, che ha le caratteristiche del boomerang, se si considerano i meccanismi di elezione del Consiglio regionale e del Parlamento nazionale. Un’ultima considerazione è bene farla sul centro sinistra e sulla sinistra. Il fallimento di fronte al bisogno di una intera comunità di cittadini di essere rappresentata unitariamente con competenza, capacità di ascolto, lungimiranza, oggi si concretizza nella vergogna di avere un sindaco leghista, nell’umiliazione di assistere alla trasformazione della massima istituzione rappresentativa locale ridotta ad una cloaca nella quale si consumano le miserabili aspirazioni personali di chi ha tradito la città. È dalla comprensione delle ragioni di fondo di questo fallimento che bisogna ripartire. Dalla necessità di ritrovare il senso di una sintonia profonda con la città, con i cittadini, ad iniziare dai più deboli”.
“Affrontare i problemi irrisolti e provare a trovare con coerenza e competenza le soluzioni più efficaci, dentro la cornice di valori e principi che da sempre orientano l’azione della sinistra e del centro sinistra, è il compito, cogen-te e non più rinviabile che ci attende”, conclude Macera.