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Atri, Basilico e Marcone contro il Sindaco sull’ospedale Covid: “Servizi ridimensionati”

Atri. “Avremmo preferito di gran lunga che il Sindaco avesse usato la stessa enfasi che ha messo nel condannare noi consiglieri di minoranza, rei, a suo dire, di avere “gufato” contro l’ospedale, denotando peraltro un bassissimo senso di rispetto istituzionale, anche per impedire il perpetrarsi di questa ingiustizia nei confronti del nostro ospedale e della comunità atriana tutta”, così il consigliere di Abruzzo Civico, Paolo Basilico e Giammarco Marcone di Atri Civica sempre in riferimento alla conversione di una parte dell’ospedale San Liberatore di Atri ad area Covid.

“Il sig. Sindaco Ferretti forse dimentica di avere convocato, venerdì 23 Ottobre u.s., una riunione in ospedale con tutti i primari dei reparti per concordare una strategia comune volta ad impedire che Atri venisse nuovamente individuata come sede di ospedale Covid salvo poi disattendere quanto stabilito in quella riunione, finendo invece per condividere con l’unità di crisi della ASL di Teramo e la direzione aziendale la scelta del San Liberatore quale ospedale Covid. Forse non ricorda il nostro primo cittadino, che solo due giorni fa parlava di quaranta (40) posti letto di terapia non intensiva da destinare esclusivamente alle attività dell’ala covid, con le prestazioni e le strutture ordinarie del San Liberatore che non avrebbero subito ripercussioni sulla quantità e sulla qualità dei servizi erogati. Purtroppo, dopo appena un giorno i fatti lo hanno smentito categoricamente, ed infatti, a partire da questa mattina il reparto di medicina è stato completamente smantellato per destinare i suoi trentasette (37) posti letto a pazienti esclusivamente Covid, e la stessa sorte è toccata al reparto di lungodegenza in cui sono stati approntati altri diciassette (17) posti letto Covid”.

“Tutto ciò significa che, se un cittadino esente da problematiche Covid dovesse avere bisogno di essere ricoverato in uno dei predetti reparti, verrebbe portato presso un’altra struttura ospedaliera. Ed allora ci domandiamo se questa è o non è una riduzione dei servizi che a dire del Sindaco non sarebbero stati toccati? Aumentare i posti letto ad uso esclusivo Covid da quaranta (40) a cinquantaquattro 54 (per il momento) equivale o meno ad una ridimensionamento dei servizi ordinari? La risposta è evidente agli occhi di tutti e, purtroppo, siamo solo al preludio di un lungo periodo di recrudescenza del virus. L’onda lunga del Covid è solo all’inizio e, guardando i dati in prospettiva, rischia di sopraffarci.
In tutta questa confusione, poi, c’è da aggiungere che il Centro Salute Mentale è stato trasferito presso la sede municipale per avviare i lavori per dotare il reparto ospedaliero degli erogatori d’ossigeno con previsione d’insediamento di ulteriori posti letto ad uso esclusivo Covid”.

E ancora: “Di grazia, sig. Sindaco, le pare una soluzione consona alla particolare condizione personale degli utenti di quel delicatissimo reparto? Le è sembrato giusto e, soprattutto umano, visto che lei ci ha accusati di “disumanità” trasferire come pacchi postali i poveri degenti dei reparti riconvertiti, la maggior parte dei quali anziani e con problematiche molto gravi? Non capisce che la riconversione di una parte dell’Ospedale potrebbe avere, potenzialmente, effetti di ridimensionamento dei servizi a medio-lungo termine? Non sarebbe stato più giusto procedere con un criterio rotativo visto che comunque tutti gli ospedali devono curare i pazienti compresi quelli Covid? Anziché condividere con l’unità di crisi della ASL di Teramo e la direzione aziendale la scelta del San Liberatore quale ospedale Covid, avrebbe dovuto indossare la fascia e in qualità di massima autorità sanitaria sul territorio comunale convocare tutti i parlamentari regionali e nazionali della nostra area chiedendo con forza che la scelta ricadesse altrove visto che Atri per quanto riguarda l’ospedale Covid ha già dato ampiamente”.

“Alla luce di quanto sta accadendo”, concludono i consiglieri Basilico e Marcone, “tenuto conto delle continue dichiarazioni con cui rincorre se stesso nel vano tentativo di rimediare a quanto precedentemente affermato, con ancora più convinzione le chiediamo di rassegnare le dimissioni per il bene del San Liberatore e della comunità atriana”.