Alba Adriatica, congresso Pd, Ceci: non riduciamo tutto ad una prova muscolare

Alba Adriatica.Fibrillazioni, accuse reciproche e un clima, alla vigilia del congresso locale, che resta molto teso.
In sintonia con quello che è stato, da qualche anno a questa parte, il percorso del centrosinistra di Alba Adriatica.
Nel Pd in maniera partcolare, che si appresta a vivere la fase congressuale con il superamento della fase di commissariamento, che tante polemiche ha generato.
Nel dibattito in atto si innestano le considerazione di Ilenia Ceci, che nella primavera del 2013 è stata il candidato sindaco del Pd nella competizione elettorale.

L’intervento.

“I toni a cui si è arrivati non sono accettabili”, scrive Ilenia Ceci, “le accuse infamanti, il tirarsi indietro di fronte alla possibilità di eventuali mediazioni, non possono essere giustificati riconducendoli sempre alle ultime elezioni amministrative. La frammentazione del partito non è nata da questa ultima esperienza ma trova spiegazione in un lento imbarbarimento del dibattito politico, avvenuto anche a causa degli stessi che oggi si riprogono alla sua guida. La situazione è stata inoltre ulteriormente inasprita da tutte le recenti competizioni elettorali sia congressuali che politiche.
Pur non volendo rievocare la lunga questione che ha causato la sconfitta del centro sinistra ad Alba, e soprattutto senza negare le mie responsabilità, devo ricordare che la volontà del circolo e dell’allora segretario Tiziano Cimini era di convocare le primarie che forse avrebbero potuto sanare i conflitti interni, a cui ero peraltro completamente estranea. Proprio per questa libertà che ho sempre considerato un grande valore, non ho fatto mai mancare la mia presenza agli incontri organizzati perché si arrivasse ad un congresso sereno che mettesse le basi per un nuovo inizio del Circolo di Alba, ma ovviamente sono stati tentativi senza successo.
Alla luce dei fatti ci prepariamo ad un congresso in cui i temi politici sono ridotti ai minimi termini e tutto si riconduce ad una molto maschile misurazione di rapporti di forza. Con estremo rammarico devo constatare che la politica è qualcosa che di femminile ha solo il genere grammaticale e quando parlo di maschile e femminile non ne faccio una semplice questione biologica. Sono in tanti, uomini e donne, a volere una politica che sappia aggregare per la qualità del dibattito e che non arruoli semplici soldati, funzionali solo a rafforzare posizioni individuali. E chiudo con questo, perché preferisco non aprire il vaso di pandora del tesseramento su cui ci sarebbe da dibattere per giorni ma che spero venga affrontato definitivamente dai livelli superiori del partito.
Con questi metodi si mettono le basi per altre inevitabili divisioni e sconfitte ma in gioco non c’è la sopravvivenza di un Circolo, di cui giustamente ci faremmo una ragione ma la possibiltà di dare delle risposte concrete ai problemi vista la forza che in questo momento rappresenta il PD nella nostra regione. Spero che i contendenti abbiano il tempo di presentarsi ai cittadini con qualcosa che non appaia uno sterile braccio di ferro, il congresso è relativamente lontano e i margini per collaborare seriamente ci sarebbero, se come obiettivo ci si ponesse il superamento degli attuali problemi sociali della nostra cittadina e non un infantile gara a chi è più “potente”.

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