Elezioni Montorio, il Pd replica ad Altitonante: “Abbiamo regalato alla città anni di crescita e sviluppo”

Montorio. “Vero che la campagna elettorale consente, un po’ come avviene in teatro, una certa “libertà interpretativa” dei fatti, ma logica vuole che si segua, almeno, un copione comprensibile”. Il Presidente del Partito Democratico Abruzzo, Manola Di Pasquale, si riferisce alla campagna elettorale del candidato sindaco di Montorio, Fabio Altitonante, giudicata dalla Di Pasquale “una recita incomprensibile, al punto di diventare paradossale”.

Accusare, infatti, il Pd di essere portatore di litigiosità, significa fingere di non essere la dichiarata continuità di un’amministrazione di Centrodestra che, nell’ultima esperienza amministrativa, ha costretto Montorio e i montoriesi a subire il balletto triste dei dissapori altalenanti, delle scissioni manifeste, delle litigate ad ogni occasione, fino all’inevitabile conclusione di un governo che nulla ha fatto per il bene della città e al quale si deve il “merito” di aver reso davvero Montorio “una città distrutta”. Il Pd, al contrario, può sventolare con orgoglio la bandiera della sana amministrazione, che ha regalato a Montorio anni di crescita e di sviluppo e anche oggi, nel presentarsi a questo nuovo appuntamento elettorale, lo fa con la forza delle idee, con un progetto di rinascita e aggregando forze civiche e associazionismo locale”.

“Le scelte dei singoli, non sono espressione di una litigiosità del Pd, ma il segno di quella nuova politica trasversalmente nociva, che confonde i valori e gli elettori. E lo dovrebbe sapere fin troppo bene lo stresso Altitonante che – a proposito di litigiosità – a due giorni dalla sua presentazione ha incassato il mancato appoggio di Fratelli d’Italia e Forza Italia.
Il Pd non litiga, ma propone soluzioni, idee e progetti per la rinascita di una cittadina meravigliosa, ancora offesa da un terremoto che l’ultima amministrazione di Centrodestra, della quale Altitonante si dichiara erede, ha colpevolmente dimenticato, impegnata com’era nella gestione delle sue baruffe interne”.

 

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