Teramo. “Come noto, la Giunta della Provincia di Teramo ha deliberato di non costituirsi in giudizio dinanzi al Tar contro il decreto di conferimento del permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi denominato “Colle dei Nidi”, rispedendo così al mittente la richiesta pervenutale il 10 ottobre dai Comuni di Bellante, Mosciano Sant’Angelo e Campli. o, almeno, così ritiene di aver fatto con una delibera che stabilisce tutt’altro”.
Lo ha dichiarato il Comitato Abruzzese per la Difesa dei beni Comuni del Coordinamento Nazionale NO TRIV, ricordando quanto sosteneva la provincia di Teramo, insieme a quelle di Chieti e Pescara, qualche anno fa: “…. contro la cosiddetta petrolizzazione della regione Abruzzo per rispettare la vocazione di un territorio … nessun indotto potrebbe compensare la perdita certa di interi comparti legati all’agricoltura, alla pesca e soprattutto al turismo”.
Tutto questo è stato dichiarato il 2 ottobre 2010, a Pescara, nel corso di quella conferenza promossa dall’assessore all’Ambiente della Provincia di Teramo, Francesco Marconi, che, a sua volta, aveva detto: “La costa, i Comuni che affacciano sul litorale, le colline sulle quali si produce olio, vino e prodotti agricoli di eccellenza, l’attività ittica e quella turistica sarebbero irrimediabilmente compromessi da un’attività estrattiva come quella che è possibile ipotizzare dalle richieste delle società petrolifere”.
Dopo tre anni, secondo le associazioni ambientaliste “accade esattamente quello che ti aspetti dalla vecchia politica parolaia, pressappochista e disinformata, incarnata in questo frangente dalla Provincia di Teramo. Infatti Catarra, in una sua intervista rilasciata ad una nota emittente televisiva, avrebbe sostenuto: “Dal punto di vista tecnico la Provincia di Teramo, tramite la sua Avvocatura e i suoi settori ha risposto di non avere né competenza né interesse a ricorrere dal punto di vista tecnico-amministrativo e giuridico. Non è che possiamo fare ricorso contro tutto per quello che non …. Ci sono degli atti con cui la Provincia di Teramo si è espressa molto chiaramente. La Provincia di Teramo ha fatto una prima delibera del Consiglio Provinciale dove esprimeva la propria contrarietà alla trivellazione per ricerca di idrocarburi liquidi; per quelli gassosi, no. Ed io ricordo che il Consiglio fece tutto un ragionamento sulla questione del metano: cioè i cittadini devono sapere che la mattina quando accendono il gas o quando si fanno la doccia e si riscaldano o quando, la sera, mettono i bambini al calduccio, lo devono al metano e il metano è un idrocarburo e va estratto trivellando. Non c’è altra maniera … Non ci possiamo mettere a spendere i soldi pubblici per fare ricorsi al TAR contro qualunque foglia che si muova ….”.
Secondo il Comitato Abruzzese per la Difesa dei beni Comuni del Coordinamento Nazionale NO TRIV “dal punto di vista tecnico, per usare un termine caro alla Provincia di Teramo, questa è competente e lo è a tal punto che uno dei motivi posti a base del ricorso promosso innanzi al TAR LAZIO è che la Provincia di Teramo non è stata chiamata ad esprimersi in merito al progetto di “Colle dei Nidi” mentre la legge lo prevede espressamente. Inoltre il titolo minerario “Colle dei Nidi” riguarda la ricerca di idrocarburi sia liquidi sia gassosi: è scritto anche nell’oggetto della delibera approvata dalla Giunta. Dunque, la Giunta ha disatteso l’indirizzo del Consiglio Provinciale che si è schierato da tempo contro la ricerca di idrocarburi liquidi sul litorale e sulle colline teramane. Così stando le cose, a rigor di logica sembrerebbe che la Presidenza potrebbe/dovebbe essere “sfiduciata” dal Consiglio Provinciale. La costituzione in giudizio dinnanzi al TAR alla Provincia sarebbe costato ZERO EURO. Quanto al lavoro di penna, avrebbero dovuto metterci mano gli uffici preposti dell’Ente (Avvocatura) il cui costo è già a carico del bilancio della Provincia e, quindi, dei contribuenti. Nessun costo aggiuntivo, quindi”.
In conclusione per il Comitato Abruzzese per la Difesa dei beni Comuni del Coordinamento Nazionale NO TRIV “la Provincia di Teramo non fa ricorso contro tutto e contro tutti, anche quando c’è da difendere gli interessi di chi contribuisce al suo bilancio. Ma fa anche di peggio: butta letteralmente dalla finestra 575 mila euro di fondi comunitari per inutili e costosissimi voli in Croazia. E’ così che si utilizzano i soldi pubblici a cui tanto tiene l’Amministrazione teramana?”