Teramo. La Regione Abruzzo adotta il modello del “contratto di fiume” per la programmazione e la pianificazione degli interventi sulle aste fluviali e si candida ad ospitare, il prossimo anno, il decimo Tavolo Nazionale.
“Vogliamo stare in questo movimento che propone un approccio di governo integrato e paritario fra le istituzioni e diventare la prima Regione del centro sud che lo attua” ha dichiarato il Governatore Gianni Chiodi che questa mattina, a Teramo, insieme agli assessori regionali Mauro Di Dalmazio (Ambiente, Energia Parchi); Gianfranco Giuliante (Pianificazione, tutela e valorizzazione del territorio e Protezione civile) Angelo Di Paolo (Lavori pubblici, Servizio idrico integrato, Gestione integrata dei bacini idrografici, Difesa del suolo) ha suggellato l’intesa fra la Provincia e la Regione Abruzzo.
La Provincia di Teramo, infatti, prima in Abruzzo, e nel Centro e sud Italia, ha avviato (all’interno del progetto comunitario ERCIP) un progetto pilota di “contratto di fiume” riguardante l’asse fluviale del Tordino: la sperimentazione vuole superare l’attuale livello di frammentazione gestionale, finanziaria e amministrativa – che di fatto limita la capacità di intervento nella fasi di prevenzione e manutenzione e in quella emergenziale – e arrivare alla elaborazione di un Piano di risanamento ambientale ed idrogeologico con il coinvolgimento di tutti gli attori: Comuni, Provincia, Autorità di Bacino, Consorzi di Bonifica, cittadini, associazioni.
“Solo se ci dotiamo di strumenti integrati e complessi, potremo accedere a programmi di finanziamento adeguati agli interventi da realizzare – ha affermato l’assessore Mauro Di Dalmazio – per questo la prossima settimana delibereremo l’adozione di un Protocollo d’intesa con tutte e quattro le Province: per costituire un’unica cabina regia e muoverci secondo un’identico schema”.
Per l’occasione, a Teramo, anche Massimo Bastiani Coordinatore Scientifico del Tavolo nazionale dei Contratti di Fiume: “«I processi di Contratti di Fiumi, sino ad ora limitati nelle Regioni del Nord Italia, hanno invertito la tendenza iniziale, che li vedeva essenzialmente relegati all’interno della pianificazione settoriale, dei Piani di Tutela delle Acque. Attualmente i CdF si stanno configurando come uno strumento strategico complesso, in grado di influenzare complessivamente le politiche ed avere forti ricadute nella pianificazione e programmazione integrata dei territori. In grado cioè di fornire importanti spunti sulla sperimentazione e formulazione dei nuovi strumenti di pianificazione che intervengono nel “vuoto” delle politiche di pianificazione urbanistica e nell’assenza di una politica nazionale che ha delegato “de facto” alla responsabilità delle singole Regioni buona parte delle scelte in merito all’uso del territorio. I Contratti di Fiume si stanno dimostrando sempre più efficaci, proprio nell’integrazione tra i piani e le norme sulla gestione e tutela delle acque con quelli per la difesa del suolo e del paesaggio, ma anche con i programmi di sviluppo economico dei territori».
E, infatti, sia in Provincia che in Regione, il progetto vede la collaborazione di diverse aree: bacini idrografici, pianificazione territoriale, ambiente, turismo, lavori pubblici. Da qui la convinta adesione di Giuliante e Di Paolo: “Usciamo dall’ambito strettamente locale, sia in termini territoriali che amministrativi, anche perché solo in questo modo potremo raccogliere le risorse necessarie” hanno detto.
“Con questo approccio i progetti di contratti di fiume, perché partiamo dal Tordino ma ne vorremmo realizzare uno per ogni bacino idrografico, si potranno candidare a finanziamento utilizzando misure diverse – ha spiegato il presidente Catarra – e penso ai Fesr, al Psr, alla programmazione regionale 2014/2020 perché se si parte dall’ambito fluviale e dai suoi riflessi sull’ecosistema e sui processi sociali, economici e urbanistici, è evidente che abbracciamo tutto l’ambito delle politiche di sviluppo sostenibile”.
Un ruolo fondamentale deve essere svolto anche dalle Autorità di Bacino, anch’essa presente all’incontro di stamani, dai Consorzi di Bonifica, dai Comuni e anche dai cittadini e dalle associazioni: tutti soggetti che siederanno allo stesso tavolo.
“La Provincia di Teramo, a fronte dell’evidente frammentazione amministrativa e programmatica che interessa i bacini idrografici e ai numerosi problemi emergenziali che abbiamo ha individuato nel Contratto di Fiume l’occasione per mettere in pratica un nuovo modello di intervento sul territorio che vede al centro del progetto il bacino idrografico – ha chiosato l’assessore all’Ambiente e all’Energia Francesco Marconi – e il lavoro già svolto ci è stato riconosciuto al VII tavolo nazionale dei contratti di fiume dove siamo stati individuati come un esemio innovativo di gestione integrata del territorio attraverso l’elemento acqua”.
Il 2 ottobre dello scorso anno, durante la Conferenza “Verso il Contratto del fiume Tordino”, inserita tra gli eventi della PEV (Partnership Exchange Visit), appuntamento internazionale di ERCIP che si è svolto a Teramo, è stato sottoscritto il Protocollo di Intesa aperto da parte dei Sindaci del bacino idrografico. Tale passaggio è il primo di un percorso istituzionale che tra l’altro prevede la sottoscrizione del Contratto di Fiume e l’adozione da parte dei contraenti del Piano di Miglioramento Fluviale (prodotto finale previsto dal progetto ERCIP).
Il quadro conoscitivo dell’ambito fluviale ha focalizzato l’attenzione sui seguenti temi: dissesto idrogeologico, qualità delle acque, biodiversità, paesaggio, pianificazione urbanistica, assetto socio-economico.
Tutte le informazioni sono confluite in un SIT (Sistema Informativo Territoriale) per disporre di una visione “complessiva” del territorio analizzato.