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Pineto, torrente Calvano: Sel critica Cantoro e Monticelli

Pineto. Non è piaciuta a Sel la presa di posizione dell’assessore alla protezione civile del comune di Pineto Giuseppe Cantoro, che  torna a puntare i riflettori sui lavori di messa in sicurezza del torrente Calvano, consapevole del rischio a cui la cittadina adriatica va incontro con l’approssimarsi della stagione delle piogge, addebitando tutte le responsabilità all’amministrazione provinciale di Teramo, nella figura dell’assessore ai lavori pubblici Elio Romandini.

Sinista Ecologia Libertà di Pineto, “nell’analizzare la delicata e preoccupante situazione, vuole mettere in evidenza le incongruenze e la superficialità di certe dichiarazioni che vanno al di là delle vere responsabilità da addebitare. Troppo spesso il ruolo e la figura del sindaco vengono sottovalutati all’interno del sistema della protezione civile. Eppure la normativa esistente, pur fra rapsodiche iniziative, è riuscita a far comprendere come questa figura si collochi al centro del complesso ed articolato sistema della protezione civile italiana. Ancor più grave è il pensare che a sottovalutare questo ruolo possono essere i sindaci stessi, spesso portati o obbligati dalle circostanze a vestire il ruolo delle vittime della natura prima e del sistema dei soccorsi poi.
Invece quello del Sindaco è probabilmente il ruolo più delicato e fondamentale nel complesso ed articolato sistema dei soccorsi: un ruolo che discende dalle enormi potenzialità che un pubblico amministratore esprime nell’assorbire, ammortizzare o canalizzare nel modo giusto le tensioni, i bisogni, le aspettative delle persone assistite. Se in emergenza il sindaco fallisce nel suo compito di trait d’union e cuscinetto ammortizzatore fra i soccorritori e le popolazioni colpite, l’attività di soccorso rischia seriamente l’insuccesso o perlomeno di intraprendere un cammino che fin dall’inizio partirà tutto in salita e sarà sempre caratterizzato da ritardi, polemiche e delusioni operative. Ma oltre a questo ruolo di “interprete” dell’emergenza, il sindaco ha precisi doveri che gli discendono direttamente dalla carica che riveste e dalle leggi che ne inquadrano le competenze. Per affrontare compiutamente la nostra analisi occorre preliminarmente distinguere fra il ruolo del Comune e quello del sindaco. Chi provvede alle attività di protezione civile? “Chi è la protezione civile?” Apparirà strano, ma ancora oggi molti intendono per protezione civile servizi e soggetti affatto diversi fra loro”.

Per Sel “alcuni definiscono “protezione civile” gli uomini vestiti di arancione, cioè i volontari che intervengono in emergenza. Alcuni intendono, come da tradizione, un misto fra Vigili del Fuoco, Esercito e Volontariato; alcuni ancora oggi identificano nel Prefetto l’organo competente ad intervenire in caso di emergenza. Naturalmente nessuno di costoro sbaglia, ma tutti limitano fortemente la definizione della protezione civile. Protezione civile è anche questo ma non solo questo. Occorre far vincere definitivamente il concetto di protezione civile inteso come “sistema complesso” in cui intervengono una straordinaria pluralità di soggetti che, per riferimenti, interessi, linguaggi e procedure, rappresentano una miscela variegata e probabilmente esaustiva sia dal punto di vista delle competenze ordinarie, che da quello delle possibilità di intervento in emergenza. Il Comune è fra i protagonisti della protezione civile, e sarebbe quindi gravissimo se tra questo insieme di soggetti e referenti proprio il Sindaco tendesse a chiamarlo fuori da quel ruolo per qualsivoglia motivo. Addirittura occorre sottolineare che il Comune è, tra i diversi soggetti, certamente quello più coinvolto e che porta maggiori responsabilità gestionali in occasione delle emergenze: per questo conta e rischia molto più degli altri referenti. L’assessore sottolinea che la struttura comunale di Protezione Civile assicura la massima organizzazione e prontezza per l’attività di monitoraggio, noi diciamo che oltre a monitorare bisogna prevenire e il sindaco ha tutti gli strumenti (ordinanze) per agire ed evitare danni alla popolazione (non solo materiali), rimuovendo i rischi per poi addebitare le incombenze economiche a chi di dovere. Inoltre vorremmo conoscere il Piano comunale di Protezione civile e in che forme sia stata messa a conoscenza la cittadinanza – conclude il circolo I 100 passi di Pineto – per i comportamenti da avere in caso di calamità, alla quale la nostra città non è estranea purtroppo”.