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Urologia Teramo, la replica della Asl

Teramo. “Le prese di posizione contro la determinazione contenuta nella convenzione tra l’Università dell’Aquila e la Asl di Teramo di proporre al professor Carlo Vicentini, responsabile di Urologia, l’incarico di coordinamento dei programmi integrativi delle attività assistenziali, didattiche e di ricerca nel settore dell’Urologia, con sede nel presidio ospedaliero di Atri, impongono un chiarimento da parte dell’Asl”. 

 

È quanto si legge in una nota dell’Azienda Sanitaria, che punta il dito contro chi “entra più volentieri nel terreno della sanità quando è in odore di candidatura nella vita amministrativa, nella certezza che alzare il tono della discussione contro chi gestisce la salute dei cittadini procuri immagine e voti”. Il riferimento é al segretario provinciale del Pd, Robert Verrocchio, che aveva sollevato alcuni dubbi sul trasferimento del primario urologo. “La Asl ha comunque il dovere di tutelare la cittadinanza da false affermazioni che creano turbamento, gettano discredito e, di conseguenza, aumentano mobilità passiva e disagi ai pazienti” si legge ancora nella nota. “Il Prof. Vicentini, la cui professionalità e la cui popolarità non sono mai state messe in dubbio da alcuno, è un professionista inquadrato in un sistema più ampio rispetto al piccolo, pretestuoso punto di vista di chi grida allo scandalo. È il caso di ragionare, come si sta cercando di spiegare da tempo, anche in termini di funzionalità ed organizzazione dei vari settori e, quindi, di riduzione della mobilità passiva. Quella relativa ad Urologia è molto alta (€2.576.165,14 nel 2012). Vale a dire che oltre il 50% dei cittadini teramani che necessita di cure Urologiche, va a curarsi in altra provincia. Ora: a lavorare sulle strategie è, deve essere la Direzione Strategica aziendale. L’incarico ricevuto dalla Giunta Regionale è questo, e nessuno vuole evitare tale responsabilità come è evidente anche dai dati di cronaca quotidiana. Vengono assunte decisioni incastonate in una strategia che guarda a un obiettivo comune, quello dell’interesse della collettività. Non sembra giusto, anzi è scorretto e fuorviante dare interpretazioni capziose di ogni singolo fatto, utili forse alle campagne elettorali, spesso dannosissime per l’obiettivo salute. Ed è tanto vero che questi fatti vengono strumentalizzati, che gran parte di coloro che oggi prendono posizioni come le ultime comparse sui media hanno gridato contro la convenzione con l’Università dell’Aquila fino a qualche tempo fa. Nel 2010 c’era un vero e proprio moto popolare contro questa formula. Oggi alcuni di coloro che allora gridavano per far sparire tutti i professori convenzionati dell’Università dell’Aquila si abbandonano a dichiarazioni opposte”.