Mosciano. “Cosa deve ancora accadere perché l’amministrazione comunale intervenga, in adempimento di un proprio dovere, sulla cooperativa Koinema, perché gli obblighi contrattuali assunti da quest’ultima in merito alla concessione del servizio di gestione dell’asilo nido comunale vengano finalmente rispettati?”
L’interrogativo, carico di sarcasmo, ma anche di critica di natura politica, arriva da Antonio Macera,segretario regionale del Pdci, che prende posizione sulla vicenda della lavoratrice della cooperativa, prima trasferita a San Benedetto, ma di fatto non riportata a Mosciano, nonostante la sentenza del giudice del lavoro.”La cooperativa Koinema disattende persino l’ordinanza del giudice” spiega Macera, ” ed il sindaco se ne lava le mani, afferma che il problema della gestione dell’asilo nido comunale non è più del Comune, è diventata una questione di “diritto privato”.Quello che sta accadendo è di una gravità inaudita. A fronte di una gestione di un servizio pubblico, quale è il servizio di asilo nido comunale, la cui responsabilità resta tutta in carico dell’amministrazione comunale di Mosciano, svolta in totale spregio degli obblighi contrattuali assunti dalla cooperativa, sindaco e giunta si defilano, vengono meno al fondamentale dovere di controllo e di vigilanza, finalizzato alla verifica della corretta ed ottimale gestione del servizio, del rispetto, in aderenza alle condizioni contrattuali, dei diritti e delle prerogative dei lavoratori.L’amministrazione eserciti le proprie responsabilità. Convochi la cooperativa Koinema e la richiami al rispetto puntuale del contratto di affidamento del servizio. Dia un segnale ai cittadini, alle famiglie di Mosciano, faccia capire che non ha abbandonato a se stesso l’asilo nido.Il Comune avendo constatato che la cooperativa Koinema, così come sembra emergere dall’ordinanza del giudice del Tribunale di Teramo, risulta essere palesemente inadempiente rispetto alle previsioni del contratto di affidamento del servizio, risolva il contratto e riassuma la gestione del servizio”.
