”A livello regionale, e in misura ancora più eclatante a livello provinciale, la sconfitta è bruciante ed è l’ultima di una lunga serie: negli ultimi anni, infatti, il Partito Democratico ha perso tutto quel che c’era da perdere. Le ragioni – spiegano i GD – di questi risultati sono riconducibili alle decisioni prese da una classe dirigente (regionale e provinciale) arrogante ed autoreferenziale. Di fatti ogni sconfitta non ha generato né reazioni né dibattiti interni attraverso i quali elaborare nuove strategie volte a condurre il PD verso un cambiamento che lo avvicinasse alle istanze dei cittadini. Al contrario, rinnovando fiducia agli stessi dirigenti ed amministratori, si è portato il partito ad avere ancor più pessimi riscontri elettorali e profondo scollamento dalla società che, a sua volta, ha maturato quel senso di sfiducia nei confronti della politica, ritenendola non più idonea a capire e risolvere le proprie esigenze”.
I Giovani del Pd “visti gli errori della classe dirigente del Partito Democratico ed il pessimo modo di fare politica nel nostro territorio”, chiediono “un cambiamento radicale dell’attuale gruppo dirigente ed apparato partitico, con lo scopo di creare un nuovo direttivo che possa apportare quel cambiamento che militanti e cittadini hanno più volte chiesto nel corso degli ultimi anni. Un percorso di rinnovamento che porti alla costituzione di una classe dirigente nuova, di qualità, credibile e competente, completamente diversa da quella definita dal Congresso del 2009; che sia guidata da principi quali meritocrazia, onestà e trasparenza nelle scelte e nelle linee che il Partito seguirà in futuro, che coinvolga il più possibile gli stessi cittadini trattando concretamente quei temi che più hanno a cuore, lavoro, sanità, ambiente, università, assumendo posizioni chiare, abbandonando quel vecchio modo di fare politica che ha portato all’esplosione di movimenti populisti”.