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Oncologia Teramo: è iniziato lo sciopero della fame. In morte delle istituzioni

Teramo. Giovedì 17 gennaio. Ore 00.01. L’ora x è scattata e, mentre la città dorme, pronta ad accogliere in piazza il “fenomeno Grillo”, in un quartiere “alto” di Teramo, il colle sul quale si erge l’ospedale Mazzini, va in scena un dramma tutto italiano.

I malati oncologici hanno tenuto fede alla parola data. Le parole del manager Giustino Varrassi non li hanno affatto convinti. La situazione nel reparto oncologico è grave. Non servono giri di parole. Un solo medico non è sufficiente a sostenere il peso di quasi 30 pazienti, con le loro paure, le loro esigenze, la loro voglia di lottare. Gli infermieri sono lì, come sempre, pronti a sostenerli nella loro battaglia. Una battaglia contro la malattia, ma anche contro l’indifferenza delle istituzioni. Quelle che non perdono occasione per conquistare un posto da protagonisti, ma che oggi, stranamente, sono fuori dal raggio visivo delle telecamere e dei fotografi. Assenti. Silenziosi. E fa male, tanto. Fa male a chi ogni giorno lotta contro una malattia che oggi si può vincere. Ma non lo si può fare se si viene lasciati soli. Loro, i malati oncologici del Mazzini di Teramo, hanno deciso di dire basta. Perchè il diritto alla salute è sancito dalla Costituzione Italiana. E la Costituzione non può essere sbandierata a piacimento. È sempre lì. Dalla mezzanotte di oggi è cominciato lo sciopero della fame. Le istituzioni hanno ufficialmente fallito la loro missione sociale.

 

Marina Serra

LA REGIONE INDAGA SULLE STRUMENTALIZZAZIONI

Un’indagine ispettiva “per acquisire tutte le necessarie informazioni” sul reparto di Oncologia dell’ospedale di Teramo, è tata disposta dal presidente della Regione Gianni Chiodi: “Ho dato mandato al servizio ispettivo dell’assessorato alle Politiche della salute”, ha specificato il Governatore regionale, “di acquisire tutti gli elementi per valutare se il Dipartimento di Oncologia riesce a garantire un servizio sanitario secondo gli standard qualitativi del ministero della Salute. Oppure”, aggiunge Chiodi, “verificare, in caso contrario, se tutto ciò è frutto di strumentalizzazioni di vario genere”.

I COMMENTI

 

ROBERT VERROCCHIO, segretario provinciale Pd. “Chi deve intervenire intervenga”. Queste le parole del segretario provinciale del Pd Robert Verrocchio, che questa mattina si è recato presso l’ospedale Mazzini di Teramo per incontrare il gruppo di persone che da stanotte ha iniziato lo sciopero della fame per sensibilizzare sulle condizioni in cui versa il reparto di Oncologia del nosocomio. “A queste persone, agli infermieri del reparto e a Giancarlo Falconi che si sono messi in prima linea sulla questione, va tutta la mia solidarietà e quella del Partito Democratico – ha aggiunto Verrocchio – Voglio sperare che questo gesto estremo possa far riflettere il direttore generale Varrassi, che in questi giorni ha usato parole assolutamente sprezzanti e fuori luogo sulla vicenda. Mi sono recato personalmente al reparto di Oncologia, e c’erano 27 pazienti che aspettavano la loro cura e per loro un solo medico. Ripeto: un solo medico. Che il reparto sia al limite è un dato di fatto incontestabile, e continuo ad invitare i dirigenti della Asl a farsi un giro per il reparto, a parlare con i pazienti, che nelle loro condizioni sono costretti ad aspettare ore per i loro trattamenti. Chiedo, oggi, più che mai, qual è la posizione del sindaco di Teramo, nonché primario di senologia, e del governatore Chiodi. Chiedo loro che cosa pensano riguardo alle condizioni di questo reparto. È necessario nuovo personale, sono necessarie nuove stanze, nuovi macchinari, e questa estate non vogliamo assistere ad una sua nuova “chiusura per ferie”. È necessario riattivare il Dipartimento di Oncologia, previsto dalla Regione e indicato come necessario dal ministero, e chiuso senza alcun motivo da Varrassi. Lo chiediamo per i malati, perché non è concepibile voler risparmiare su queste cose. In questi giorni porteremo presso gli uffici della Asl le firme raccolte da tutto il centrosinistra a favore della riapertura del Dipartimenti di Oncologia, e vediamo se questa vergogna avrà fine”.

 

CAMILLO D’ALESSANDRO, CLAUDIO RUFFINI E GIUSEPPE DI LUCA, consiglieri regionali Pd. “E’ forse il primo caso in Italia in cui i malati di un intero reparto devono inscenare lo sciopero della fame per ottenere i propri diritti sanciti dalla Costituzione. Tutto questo accade nella regione Abruzzo di Chiodi e Varrassi entrambi colpevoli dello sfascio della sanità abruzzese e teramana. Esprimiamo innanziutto la nostra solidarietà e vicinanza ai pazienti del reparto di oncologia di Teramo, così come ai medici ed agli infermieri che li assistono ed anche al blogger Giancarlo Falconi e tutti gli altri che stanno conducendo questa battaglia di civiltà. Questa giusta protesta stride con gli annunci di Chiodi e Varrassi che ancora una volta hanno dimostrato le proprie responsabilità nella gestione della sanità teramana. Tra l’altro Chiodi non tradisce il suo ‘mutismo’ mentre Varrassi non perde l’occasione per parlare troppo ed a sproposito.  Abbiamo scritto una lettera al presidente della Commissione Sanità, Nicoletta Verì, per chiederle di convocare subito Varrassi entro martedì 22 gennaio. Vogliamo sapere cosa intende fare per dare delle risposte nell’immediato alle richieste che arrivano dai pazienti e dai medici di oncologia. Bisogna immediatamente aumentare il personale medico ed infermieristico all’interno del reparto teramano, poi la seconda fase dovrà prevedere l’istituzione del Polo Oncologico così come prevede il Piano sanitario Regionale e come tra l’altro è già attuato nelle altre tre Asl abruzzesi. Se a queste nostre richieste non otterremo una risposta decisa e convincente di Varrassi, siamo pronti a dare battaglia nel prossimo Consiglio regionale, dove chiederemo a tutti i capigruppo consiliari di condividere una risoluzione urgente perchè Chiodi assuma degli precisi impegni sul reparto oncologico di Teramo. Informeremo inoltre di questa vicenda la Commissione Parlamentare d’inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Servizio Sanitario Nazionale presieduta dal Senatore Ignazio Marino ed il Tribunale per i Diritti del Malato”.