Piccole imprese nella tempesta: la Cna Teramo striglia la classe politica regionale

artigianatoTeramo. “Che il 2012 sia stato un anno terribile per l’Italia e l’Abruzzo è noto a tutti, non solo per i dati che lo dimostrano, ma per le difficoltà che imprese e famiglie vivono quotidianamente per andare avanti. C’è da dire, però, che la crisi economica in atto ormai da diversi anni, rischia di diventare sempre più un alibi per la nostra classe politica, quella regionale inclusa”.

Ne è convinto il presidente della Cna Teramo Gloriano Lanciotti che, in clima di campagna elettorale, lancia una frecciatina ai rappresentanti politici. E tira fuori i numeri.

In Abruzzo, spiega, nei primi nove mesi dell’anno appena trascorso, si è registrato un calo di 613 imprese artigiane: solo la Provincia di Teramo registra un -203 unità rispetto al 2011. Tra i settori più colpiti a livello provinciale, ci sono le -130 imprese per il settore delle costruzioni, le -46 nell’industria manifatturiera e le -18 nel settore auto e dei prodotti per la casa. Ma si potrebbero aggiungere anche l’agricoltura, il commercio, i trasporti, le agenzie immobiliari, che hanno avuto un brusco arresto.

Anche l’export regionale ha avuto una contrazione, pari al 4,5 per cento, contro una media nazionale del + 3,5 per cento, mentre Teramo registra un più 0,8 per cento.

Grande nota dolente, secondo Lanciotti, è rappresentata poi dalle difficoltà di accesso al credito, che ha subito una restrizione di 130 milioni di euro, portando l’Abruzzo a realizzare il peggior risultato degli ultimi dieci anni, mentre le imprese sono state quelle che hanno subito la riduzione maggiore, pari a 108 milioni di euro, a fronte di una diminuzione alle famiglie consumatrici di 22 milioni.

Dal punto di vista territoriale, segno positivo per la sola provincia di Chieti (+0,60 per cento), mentre tutte le altre hanno subito un segno negativo: Pescara (-1,24 per cento), Teramo (-1 per cento), L’Aquila (-0,58 per cento).

Passando poi ad analizzare il dato sull’occupazione, il segno meno si unisce ad una percentuale del 57,2 dello stesso periodo del 2011. I disoccupati, quindi, sono cresciuti di oltre 10 mila unità. Per non parlare della Cassa Integrazione, aumentata di circa 4 mila ore rispetto al 2011. E al primo posto c’è sempre la provincia di Teramo, con 11.006.041 ore. Sempre a Teramo spetta il primato della cassa integrazione straordinaria, con 6.135.827 ore. E le previsioni per l’anno in corso non sembrano migliori.

“Dopo questa breve carrellata di dati” commenta ancora il presidente teramano della Cna “non stupisce che il prodotto interno lordo abruzzese, sempre nel 2012, abbia registrato un -3,2 per cento, ultimo nella graduatoria nazionale. Purtroppo le previsioni per il 2013 non sono incoraggianti. Secondo un’indagine commissionata dalla Cna al Censis, su 450 imprese intervistate, il 46,8 per cento parla di ridimensionamento e il 45,3 per cento di stagnazione per la propria azienda ed è un numero davvero esiguo quelle che prevedono un miglioramento (7,9 per cento). In questo scenario a soffrire di più sono le realtà di piccole e piccolissime dimensioni. C’è da evidenziare, però, che se negli ultimi due anni le imprese hanno provato a resistere attraverso riduzione di personale (38,6 per cento), uso della cassa integrazione (26,4 per cento), riconversione delle professionalità (13,6 per cento) e altri espedienti, quasi nessuna azienda mette in discussione la necessità di mantenere livelli qualitativi alti della propria produzione per competere sul mercato. A seguire, sono previsti interventi per migliorare la gestione economico – finanziaria, la ricerca di nuovi mercati e la riorganizzazione dei processi di lavoro. Ciò testimonia una volontà comunque di ripartire e di non rinunciare a competere per la tutela dell’azienda e dei posti di lavoro. Le performance sconfortanti e gli scenari futuri” commenta ancora Lanciotti “non possono essere imputate solo alla crisi, ma anche a cause strutturali del sistema Paese e l’attuale amministrazione regionale non può sentirsi esonerata dalle responsabilità. A livello abruzzese manca da troppo tempo una reale programmazione industriale, al fine di attrarre nuovi investimenti, per non parlare poi del dramma dell’accesso al credito per le piccole e medie imprese tanto che la CNA regionale, insieme a Confartigianato, Confesercenti, Casartigiani e Claai, ha chiesto alla Regione di destinare subito almeno 24 milioni dei fondi Fas per il sostegno alle imprese attraverso i confidi. Inoltre, sarebbe opportuno intraprendere una reale strada volta alla riforma della Pubblica Amministrazione, snellimento delle procedure burocratiche, riduzione dei tempi di attuazione dei provvedimenti, in modo da renderli compatibili con le esigenze del sistema produttivo. Un’altra iniziativa, urgente e determinante, è dare esecuzione agli investimenti previsti dalla Regione attraverso il Pacchetto “PRESTO” (per il sostegno al tessuto produttivo e all’occupazione), che prevede tra le diverse azioni il sostegno alle cosiddette aree di crisi come la Val Vibrata, un territorio che forse più di altri sta accusando la crisi, per la quale la Regione di concerto con le parti sociali si era impegnata a investire in un piano di rilancio, (20 milioni di euro promessi dal presidente Chiodi) ma che ad oggi rimane solo sulla carta. Infine, pur consapevoli delle difficoltà, crediamo che ci debba essere una riduzione della pressione fiscale, fermo restando l’impegno a proseguire con politiche di riduzione della spesa e del debito sanitario mantenendo la qualità dei servizi erogati ai cittadini. Come Cna continueremo a denunciare il lassismo di buona parte della nostra classe politica regionale, ma saremo sempre pronti a condividere con tutte le istituzioni locali, possibili percorsi per uscire da questo stallo economico e produttivo e sostenere le nostre imprese in un momento che definire difficile non rappresenta appieno il reale malessere che imprese e famiglie vivono”.

 

 

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