Atri, verso le elezioni amministrative. Il Pdl ricandida Astolfi: una scelta condivisa?

atri_comuneAtri. Ormai è ufficiale. A maggio gli atriani saranno chiamati a scegliere il loro sindaco. A scegliere o confermare. Si, perchè il Pdl ha deciso di rilanciare la candidatura di Gabriele Astolfi.

Un annuncio arrivato come fosse un “siluro” e ufficializzato domenica scorsa nell’auditorium Sant’Agostino, alla presenza dei massimi esponenti locali di partito, il senatore Paolo Tancredi in primis, ma anche la new entry de La Destra abruzzese, l’assessore regionale Giandonato Morra. Prove tecniche di alleanze? Può darsi. Resta, tuttavia, il fatto politico. Astolfi merita ancora fiducia, secondo il Pdl-pensiero. Ma c’è chi la pensa diversamente. E la cosa non riguarda solo l’opposizione. Diversi malumori, infatti, si sono registrati “in casa”, tra chi ammetteva candidamente di non essere stata affatto coinvolta in questa decisione (una fra tutte l’ex assessore Angela De Lauretiis). Le critiche più dure, tuttavia, arrivano, come è ovvio che sia, dagli “avversari” politici. L’Idv ad esempio che, per bocca del coordinatore locale, Vincenzo Marcone, ha definito, quella andata in scena domenica scorsa, una “brutta pagina di politica”.

“L’ennesimo sopruso di una politica arrogante” ha commentato Marcone “priva di quell’abito di rispetto del volere popolare, necessario ed imprescindibile per chiunque voglia cimentarsi nell’agone politico. Non importa il nome o il volto dell’esecutore o lo schieramento di appartenenza. Molto più contano i risvolti politici, culturali, democratici e di libertà che gli stessi atti comportano. Cosa c’era di così importante? Il rinnovo dell’investitura a candidato sindaco di uno schieramento politico. Un atto doveroso e legittimo se lo stesso fosse stato frutto di una condivisione nata dalla base del partito e dalla cittadinanza atriana. Così invece non è. Lo hanno ribadito a chiare lettere gli stessi esponenti del partito locale e membri del direttivo provinciale. Nessun direttivo cittadino ha consacrato tale nomina e tanto meno un dibattito interno. Ed allora come è possibile tutto ciò? L’arcano è presto spiegato. La lunga mano della nomenclatura ha deciso per noi, ma soprattutto per voi. La condivisione poco importa rispetto agli interessi di parte. La nostre opinioni possono aspettare. Il minuetto della politica può continuare. Ed ecco che, colto da un grave lapsus Freudiano, il coordinatore regionale parla maldestramente di accelerazione della candidatura (accelerare perché, se non per il fatto che la situazione stava sfuggendo di mano?). E poi via alla propaganda di partito, snocciolando risultati mirabolanti ed effetti speciali che nella migliore delle ipotesi sono e restano solo nel loro immaginario e di certo non riscontrabili nel nostro vivere quotidiano. Non sappiamo se tali rassicurazioni saranno capaci di far breccia nel popolo atriano, ma certo rimane la prova provata dell’ennesimo abuso della cattiva politica sulla sovranità del popolo”.

 

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