Qualche quesito era stato avanzato già in sede di presentazione del progetto. Soprattutto sul piano economico.
Il progetto Paride, il processo di riqualificazione del sistema di pubblica illuminazione con affidamento ai privati per i prossimi 24 anni, rappresenta di certo un progetto molto ambizioso sul piano del risparmio energetico e della rivisitazione dell’intero sistema. Ma ci sono dei dubbi. Quelli di Riccardo Straccialini, consigliere comunale del M5S a Tortoreto, in una nota esprime tutte le proprie perplessità sull’iniziativa, che da un punto di vista pratico produrrà i primi effetti da gennaio.
“Tenendo conto che la nostra pubblica illuminazione ci costa intorno ai 500.000 euro anni”, argomenta, ” il messaggio che passa superficialmente è che abbiamo finalmente un risparmio sui consumi molto importante, ma, alla domanda su quanto rimarrà nelle tasche dei cittadini, abbiamo scoperto che l’amministrazione non ha fatto alcun analisi dell’impatto sul bilancio di questo progetto, né ha valutato progetti alternativi: si è limitato a riferire che, all’incirca, non ci sarà effetto (negativo o positivo) sul bilancio”.
I conti del M5S. Hera Luce (che si è aggiudicata l’appalto) a fronte di un investimento di € 1.762.000 +IVA, riceverà un canone per 24 anni di €487.184+IVA (di cui € 224.640 per l’ammortamento investimento, € 123.552 per la manutenzione ed € 138.992 come quota dei risparmi nei consumi), rivalutabile negli anni in parte sulla base di parametri stabiliti.
Di fatto Hera a fronte di un investimento di 1,8 milioni si aggiudica un contratto di 24 anni che vale circa 12 milioni, cioè un progetto che si ripaga in sette, otto anni (tenendo conto delle sole quote ammortamento e quota risparmio e di un tasso di sconto del 6%), mentre il Comune per i prossimi 24 anni si ritroverà, a fronte dei 12 milioni di canoni, un risparmio di circa 4,4 milioni: non ci sembra un buon affare.
“Un investimento diretto del Comune (eventualmente spacchettato in più interventi nel tempo)”, sottolineano i pentastellati, ” basato sul progetto redatto da Agena (con fondi comunitari), avrebbe consentito lo stesso risultato in termini tecnici e si sarebbe ripagato in meno di 10 anni, garantendo da quel momento in poi un risparmio secco di 350mila euro l’anno”.