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Esperimento Sox, Sinistra Italiana: “No alla contrapposizione, rispetto per le comunità”

Basta alla lotta tra scienziati e allarmisti, ricercatori e ambientalisti e ci si preoccupi del rispetto per le comunità locali che lottano per la sicurezza della propria acqua.

Il segretario regionale di Sinistra Italiana, Daniele Licheri, e quello teramano, Stefano Ciccantelli, respingono con forza il dibattito pubblico che si è scatenato dopo la messa in onda del servizio de “le Iene” sull’esperimento Sox nei laboratori dell’Infn che potrebbe mettere a rischio i bacini acquiferi del Gran Sasso.

La diatriba che sembrerebbe mettere contro modernità e medioevo, è per i rappresentanti di SI, “una semplificazione che fa buon gioco a chi intende operare una progressiva e silenziosa rimozione della questione principale che non si limita al tanto citato esperimento ma che interessa oltre 700 mila utenti che si dissetano ogni giorno tramite l’acqua del ‘gigante che dorme’”.

Per i segretari, infatti, la “guerra” sarebbe iniziata già nel 2001 quando fu scoperto il primo casi di inquinamento della falda, denunciato dal WWF, con il trimetilbenzene, continuata con l’importante vittoria ottenuta rispetto all’opposizione della popolazione per la realizzazione della terza canna e che ha visto con l’allarme di maggio scorso il ritorno dell’incubo per la dichiarazione di non potabilità dell’acqua,con le conseguenze di panico che ben si ricordano.

“Dov’erano gli indignati pro-SOX “, si legge nella nota, “quando associazioni ambientaliste e forze politiche hanno denunciato lo sperpero di denaro pubblico legato ai finanziamenti del commissario Balducci? Non abbiamo letto una sola riga da parte loro sugli 80 milioni e rotti di euro fantasma che dovevano essere impiegati per la messa in sicurezza di un sistema a tre (captazioni, autostrade e laboratori) che è di per sé sottoposto ad un rischio alto se non si effettuano lavori efficaci e strutturali”.

Per Sinistra Italiana, dunque, il nodo centrale era, è e deve restare “come e con quali soldi mettere in sicurezza l’acqua”, senza dover ogni volta discettare sui particolari di un singolo esperimento, sgravando dalle responsabilità l’altro attore potenzialmente dannoso e che va monitorato allo stesso modo del centro ricerche che la Strada dei Parchi.

Licheri e Ciccantelli, dunque, chiedono che si finisca di fare la “caricatura di una questione gigantesca che colpisce un territorio ormai stremato e che da anni vive contemporaneamente la crisi istituzionale” , ribadendo che “non siamo primitivi, non abbiamo l’anello al naso ed è per questo che continueremo a dare battaglia al fianco di coloro che chiedono rispetto per le comunità in lotta per l’acqua, il più prezioso dei beni comuni”.