Teramo, Consiglio saltato. D’Alberto: “Adesso basta davvero”

Teramo è una città migliore di chi la rappresenta e deve tornare a far esprimere persone che la amano davvero, facendole diventare protagoniste di una stagione politica finalmente degna di ciò che è.

E’ un richiamo alla pubblica responsabilità quello che fa il consigliere di “Insieme possiamo”, Gianguido D’Alberto all’indomani della mancata apertura del Consiglio comunale, convocato per l’approvazione del bilancio, a causa della mancanza del numero legale di un centrodestra sempre più inesistente. Un invito a cedere il passo a persone dai metodi nuovi, idee e progetti leali e disinteressati, energie autentiche e libere.

E non è tanto il bilancio a rappresentare un ostacolo per ciò che resta del centrodestra a guida Brucchi, seppure si evidenzia una voragine parzialmente tamponata solo dalle entrate per l’assicurazione da danni del sisma e l’aumento della Tari per le famiglie. Per D’Alberto, infatti, ciò che è trasparente, leggendo tra le pieghe del vuoto documento contabile, è che negli ultimi anni la città è stata occupata per costruire le fortune politiche di pochi.

Il destino collettivo della città”, scrive il consigliere in una nota, “soccombe perché assoggettato al destino individuale di pochi e degli interessi particolari dei leader che continuano a dirigere dall’esterno l’amministrazione. Questa è la più grave delle colpe del centro-destra teramano. La città di Teramo è un tavolo da gioco sul quale si creano altre partite legate ai destini dei leader che, attraverso consiglieri e assessori di riferimento, piegano la città ai propri interessi”.

Per D’Alberto, dunque, non è il bilancio il vero problema poiché “ai consiglieri e ai capi dei gruppi non importa niente dei conti pubblici”, ma il vero tema sarebbe “quando conviene andare a votare per intercettare le condizioni più favorevoli per essere eletti, solo per dare continuità a questo sistema di potere”.

“Dopo aver creato il disastro”, conclude la nota, “sperano di scaricarlo su altri, mentre già lo stanno riversando sulle future generazioni. E la comunità teramana è in sofferenza a causa di questo inadeguato sistema di potere che va smantellato alla radice, prevenendo il rischio che possa rigenerarsi sotto mentite spoglie o mediante già visti accordi trasversali”.

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