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Bellante, M5S ‘stoppa’ la convenzione per il metanodotto

Bellante. Il comune di Bellante, su proposta del Movimento 5 Stelle ha preso del tempo per valutare meglio la Convenzione con la Società SGI in merito al metanodotto “Cellino-Teramo-S.Marco- 2° tronco”.

Per il M5S “un tempo in cui gli interessi dei cittadini di Bellante potranno essere curati meglio di come è stato fatto fin ora riguardo a quest’opera che porterà non pochi disagi al territorio”.

“In consiglio comunale –  spiega il consigliere 5 stelle Patrizia Terzilli – abbiamo chiesto il rinvio a data da destinarsi del punto all’ordine del giorno. Proposta che è stata votata favorevolmente da tutto il consiglio comunale. La storia della convenzione è tutt’altro che lineare. Nel mese di Febbraio 2015, venne convocato un Consiglio Comunale dall’allora Sindaco Di Pietro per discutere se concedere o meno l’autorizzazione alla SGI per la realizzazione dell’opera. Autorizzione concessa, poi, dal Comune alla Società SGI, con il solo limite di far passare la nuova linea del metanodotto vicina a quella già esistente. La cosa sconvolgente è che la questione metanodotto sia tornata sul tavolo del consiglio solo ieri, a lavori iniziati, e solo per l’approvazione della convenzione”.

Per il M5S Bellante “il documento, inviato al Comune solo in data 24 agosto, va a salvaguardare solo gli interessi della società GSI che realizza l’opera, e non del Comune, il quale ad opera ultimata avrà il territorio devastato, con rischio dissesti e smottamenti. Oltre a questo, la convenzione prevede un indennizzo minimo (euro 37.000,00 diviso in 2 rate 1 ad inizio lavori ed 1 a fine lavori) che la SGI dovrebbe corrispondere al Comune come ristoro dei danni e disagi provocati. Una cifra irrisoria se si pensa alle rinunce che il Comune, invece, dovrebbe sottoscrivere in favore della SGI. I lavori sono già iniziati e molti disagi stanno già provocando alla cittadinanza”.

Continueremo a batterci affinché questa convenzione venga migliorata a tutela del territorio e dei cittadini che lo abitano”, conclude Terzilli.