Atri, La Destra querela il sindaco e chiede le dimissioni della giunta Astolfi

Atri.Dissociato”, “non normale”, in attesa che “qualcuno se l’accolli”, “forse manco lo capisce quello che sta dicendo”. Frasi e appellativi che non sono stati enunciati in un bar qualunque, ma nel contesto ufficiale di un Consiglio Comunale.

Siamo ad Atri, la cittadina ducale dove alle critiche si è soliti rispondere con gli insulti. Anche in assenza del diretto interessato che, in questo caso, è il segretario comunale de La Destra, Roberto Marchione. Dall’altra parte, due importanti amministratori della città: il sindaco Gabriele Astolfi e l’assessore Gianmarco Marcone. Nel mezzo, una richiesta di dimissioni: quella lanciata da La Destra all’intera Amministrazione atriana.

 

L’ANTEFATTO 1

La vicenda risale al luglio scorso, quando Marchione si era fatto portavoce delle lamentele espresse da un gruppo di genitori infuriati per la sospensione del servizio di trasporto pubblico per i bimbi della materna. Alla denuncia seguì una risposta a mezza bocca dell’assessore Marcone e da lì si era arrivati alla presentazione di un esposto ai carabinieri da parte de La Destra. Episodio, questo, che ha poi scatenato le ire dell’assessore chiamato in causa, il quale, durante il Consiglio Comunale del 29 giugno scorso, ha dato la sua versione dei fatti, definendo l’esposto “fuori luogo, inopportuno, esorbitante rispetto alle questioni ventilate”.

L’ANTEFATTO 2

L’altra questione affrontata nello stesso Consiglio Comunale è quella relativa alla “sosta selvaggia” del primo cittadino ed alla provocazione lanciata da La Destra, che chiedeva al comandante dei Vigili Urbani il ritiro del permesso speciale concesso al sindaco. E, nell’assise del 29 giugno, è stato lo stesso Astolfi a replicare. “…Il caro segretario de La Destra Roberto Marchione, che secondo me veramente è un dissociato, non è normale, perché dovrebbe sapere che in questo splendido palazzo, sperando sempre che non accada mai, se qualcuno dovesse sentirsi male, l’ambulanza e quindi la barella andrebbero dall’altra parte, dall’ascensore perché è impossibile salire nelle vecchie e piuttosto ripide scale del Palazzo Ducale […] volevo solo tranquillizzare, non tanto il segretario de La Destra Marchione che tanto insomma forse manco lo capisce quello che sto dicendo […] spero che qualche partito volenteroso se l’accolli finalmente perché credo che noi non l’abbiamo voluto con noi e questo gli ha creato un grosso astio […]”

Questa è la trascrizione di quanto detto nell’ultima assise. Parole dure, alle quali La Destra intende rispondere con una doppia querela: da parte della segreteria comunale, certo, ma anche di quella regionale. “Siamo stati attaccati solo perché abbiamo fatto il nostro dovere” commenta Marchione “intervenendo in difesa dei diritti dei cittadini”.

LE REAZIONI

“Sono sconvolto dall’atteggiamento politico dell’amministrazione Astolfi” commenta il segretario regionale de La Destra, Luigi D’Eramo. “E sono ancor più dispiaciuto se penso che stiamo parlando di un’amministrazione di centro destra. Ma ad Atri c’è una sorta di buco nero, un caos amministrativo e politico che mette a rischio la rielezione di questa coalizione. Al sindaco Astolfi dico solo di lavarsi la bocca quando parla de La Destra. Hanno disonorato la massima assise, a testimonianza della loro incapacità a mantenere il corretto atteggiamento istituzionale”.

IL BANDO SULLA GESTIONE DEL CENTRO TURISTICO INTEGRATO

Quella del Centro Turistico Integrato è un’altra questione che La Destra ha voluto portare all’attenzione, chiedendo che l’Amministrazione Astolfi ritiri il bando, considerate le forti illegittimità riscontrate.

“Mancano i criteri che stabiliscono la base d’asta di partenza” spiega D’Eramo “fissata, non si sa perché, a 6mila euro”. E ancora, dopo la prima pubblicazione del bando approvato in Consiglio, e a seguito delle osservazioni presentate dall’opposizione, “l’Amministrazione apporta delle modifiche, ma lo fa con una delibera di Giunta, non di Consiglio”. Partendo dal presupposto che si tratta di un passaggio “non corretto”, in quanto una delibera di Consiglio può essere modificata solo con un’altra delibera di Consiglio, non certo di Giunta, il segretario regionale D’Eramo prosegue con l’elenco dei “punti oscuri”. “Il bando consente al vincitore di fare quello che vuole, ‘non essendo (l’amministrazione) in grado di fissare dei parametri’. Una giunta e un sindaco che dicono una cosa del genere non possono fare altro che dimettersi, anche perché mettono in dubbio la capacità professionale dei loro dirigenti. E poi, in mancanza di parametri, come si fa a stabilire quale sia il progetto migliore? O forse ne dovrà arrivare uno solo?”. Altra questione, quella delle tariffe. “Secondo il bando” aggiunge D’Eramo “saranno stabilite solo dopo l’aggiudicazione. Ma dov’è la tutela sociale delle attività sportive? O non se ne preoccupano perché l’unico obiettivo è far ingrassare il gestore?”. E, infine, “in una delibera che prevede un impegno di spesa, è necessario il parere dell’autorità contabile. Che in questo caso non c’è”.

 

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