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Tortoreto, ufficio ragioneria. Carusi: fare chiarezza sui reali ammanchi e Saccuti vada dal magistrato

Tortoreto. Chiarezza dalla commissione consiliare d’indagine sulla vera entità degli ammanchi in Comune e un invito, diretto, all’ex funzionario Pasqualino Saccuti (condannato a tre anni per la vicenda del Suv ) a varcare la soglia della procura di Teramo per raccontare tutto al magistrato inquirente “ perché non è giusto che sia solo lui a pagare. Chi ha sbagliato, presente e passato, deve essere messo in condizione di non farlo più”.

E’ quasi dirompente, nei concetti espressi, Nico Carusi, capogruppo del Pd in consiglio comunale, che spinge per fare chiarezza sull’inchiesta (non solo giudiziaria, ma anche interna all’ente) originata dal caso Saccuti. Il primo interrogativo che pone Carusi riguarda i reali ammanchi. Dagli ambienti della procura di Teramo, infatti, trapela che i possibili ammanchi che si sono assommati nel corso degli ultimi anni, potrebbero sfiorare il milione di euro. “ Se ciò fosse vero” argomenta Carusi, in una nota, “ allora non possiamo accettare passivamente i numeri che la maggioranza ci ha fornito in sede di approvazione del consuntivo del 2011, che parlano di 118mila euro. E su questo punto siamo in attesa di delucidazioni da parte della commissione consigliare d’indagine”.  Il problema, nel caso di specie, però, non sembra solo essere di numeri ma anche di sostanza, soprattutto sulle reali funzioni della commissione d’inchiesta. “ Il presidente della commissione (Rolando Papiri, ndr) avrebbe dovuto presentare in consiglio” prosegue, “ una relazione che attestasse la veridicità dei numeri forniti dall’organo politico. La commissione era stata istituita per programmare e coordinare l’attività di due tecnici,uno contabile e l’altro giuridico per appurare ammanchi, modus operandi e situazioni anomale. Ma ad oggi nessun contabile è stato indicato e nominato. Di fatto, il presidente della commissione, come emerge dagli atti ufficiali, non solo ha smarrito l’indirizzo e gli obiettivi originari, ma con il segreto d’ufficio legato alla vicenda, ha rallentato il lavoro di controllo e di vigilanza dei consiglieri comunali. Non a caso ci sono stati scontri tesissimi tra i componenti della commissione tanto che qualche consigliere ha chiesto le dimissioni del presidente. Con atti ufficiali, i consiglieri Mauro Postuma e Innocenzo Taddeo, hanno chiesto lumi e spiegazioni su alcune scelte ritenute errate, adottate dal presidente. A tutt’oggi non vi è alcuna risposta”. Posizione questa che poi si lega a tutte le perplessità che lo stesso Carusi aveva manifestato all’atto dell’insediamento della commissione speciale d’inchiesta. Poi arriva l’affondo finale: “Noi vogliamo la verità” chiude, “ e invitiamo Saccuti a recarsi dal magistrato titolare dell’inchiesta e fare luce su tutta la vicenda. Crediamo che il dirigente sia il capro espiatorio e oramai tutti gettano fango su di lui. E non è giusto che sia l’unico a pagare”.