Giulianova. “La verità sui precari del Comune di Giulianova è una sola ed è un fatto dimostrabile: da oggi, le lavoratrici storiche sono disoccupate, lasciate sole con i loro problemi”. Così Cgil e Cisl replicano al sindaco di Giulianova, Francesco Mastromauro, precisando che “l’accordo del dicembre 2010 permetteva la proroga dei precari fino a 36 mesi, il sindaco decise per 18 mesi.”
I due sindacati, inoltre, ricordano al sindaco che “in provincia di Teramo sono stati stabilizzati ben 250 precari e ciò ha interessato quasi tutti i comuni: da Colledara a Roseto, da Bellante a Pineto a Penna Sant’Andrea. Le amministrazioni comunali che hanno ritenuto di non volerlo o poterlo fare, da Morro d’Oro a Notaresco, da Silvi a Civitella ad Atri, spiccano i comuni di Mosciano e Sant’Egidio alla Vibrata che però, oggi, sono alle prese con ricorsi al giudice del lavoro e Mosciano è stata già condannata a stabilizzare e a risarcire i danni subiti dai lavoratori. Con il Comune di Civitella, addirittura, le trattative sono ancora in corso”.
Alla luce di tutto questo Cgil e Cisl si chiedono: “la colpa del mancato accordo sarebbe della lavoratrici? L’esperienza sindacale ha insegnato che se la volontà politica è reale ed è forte, le soluzioni che proteggono tutti, nel pieno rispetto delle norme, si trovano. È quanto accaduto alla Provincia di Teramo. Il Presidente della Provincia di Teramo, Valter Catarra, l’assessore provinciale Eva Guardiani, l’amministratore della Teramo Lavoro srl, la dirigente al settore Lavoro della Provincia, Renata Durante e le Funzioni Pubbliche di Cgil, Cisl e Uil, due giorni fa hanno siglato un importante accordo che permette la prosecuzione dei rapporti di lavoro dei 110 lavoratori e la garanzia della continuità dei servizi alla cittadinanza. Molteplici e infinite riunioni si sono succedute nel corso delle ultime settimane per superare la drammatica situazione normativa che ostacolava l’accordo, ma eravamo tutti lì a pensare a come salvare i posti di lavoro. E così è stato fatto, senza indurre i lavoratori a rinunciare ad alcun diritto precedente. A Giulianova, il sindaco che non ha mai partecipato alle trattative sindacali sulla questione delle precarie, ha convocato le organizzazioni sindacali solo il 20 giugno per comunicare la volontà di prorogare le lavoratrici di soli 6 mesi in cambio di una rinuncia a qualsivoglia pretesa nei confronti dell’Ente e dei suoi amministratori. Nessun margine per la trattativa. Quale atto di eroismo? Se le lavoratrici dovessero fare ricorso al giudice del lavoro, potrebbero essere risarcite di almeno 20 mensilità ognuna e delle differenze retributive e contributive. Appare evidente che il tentativo, mal riuscito, di trovare una soluzione apparentemente vantaggiosa per le lavoratrici era di fatto la richiesta della rinuncia ai loro diritti”.
Le Funzioni Pubbliche dei due sindacati “si aspettano che il sindaco reagisca con altrettanta indignazione come quando la Asl di Teramo cacciò i 14 lavoratori di una cooperativa. Nei fatti, Giulianova licenzia 14 lavoratori (12 precarie storiche 2 co.co.co. già uscite dal Comune il 31 dicembre dello scorso anno), ha aumentato l’orario lavorativo agli Lsu sostenendo costi ulteriori pur avendo quasi tutte le precarie a 20 ore settimanali e acquista 55 lavoratori dall’agenzia interinale in violazione delle relative norme. Si ritiene, invece, che la verità sia un’altra e che non contempli nulla di eroico. La proposta è stata una finta sapendo sin dall’inizio che non sarebbe mai andata a buon fine. Il sindaco era consapevole, infatti, di non avere la maggioranza né in giunta né in consiglio vista l’enormità delle contraddizioni contenute nella bozza di delibera. Il modo con cui è stata condotta la trattativa sindacale e il contenuto della proposta sono, oggi, irricevibili. Soluzioni alternative ci sono e sono tutte da vagliare. Si chiede al sindaco e alla sua Giunta di rendersi disponibili ad aprire un serio confronto, ma solo se la volontà politica è orientata a trovare soluzioni che vadano, inequivocabilmente, verso la garanzia della continuità dei servizi per i cittadini e verso l’occupazione delle lavoratrici in questione”.