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Teramo, nomine Ruzzo Reti: la polemica continua

Teramo. Dopo il botta e risposta, ieri, tra i sindaci Francesco Mastromauro e Maurizio Brucchi, oggi la polemica allarga il suo raggio e a dire la propria sulla questione “nomine Ruzzo” sono il consigliere provinciale del Pd, Renzo Di Sabatino, ed il capogruppo del Pdl al Comune di Roseto, Antonio Norante.

In una nota, Di Sabatino ripercorre quella che è stata la storia recente della Ruzzo Reti, partendo dall’estate 2011, quando “il centrodestra teramano nominava in solitaria il nuovo consiglio di amministrazione. Accanto ai consiglieri, scelti sulla scorta del vecchio manuale Cencelli, il nuovo presidente (Claudio Strozzieri, ndr) veniva salutato come una professionalità capace di dare svolta rispetto a precedenti gestioni da loro ritenute fallimentari, nella quale peraltro sedevano anche autorevoli esponenti del Pdl, quali l’attuale assessore regionale ai Trasporti Giandonato Morra e il riconfermato vice presidente Carlo Ciapanna. In quasi un anno non è stata convocata una assemblea della società pubblica più importante di questa provincia, relegando i sindaci a meri spettatori di una faida che, guarda caso, si è acuita dopo il congresso del Pdl ed è culminata nelle dimissioni del presidente per motivi sconosciuti ma di certo non personali. Ebbene, invece di convocare urgentemente l’assemblea dei Sindaci soci, i silenti vertici del centrodestra proseguono come se nulla fosse, facendo nominare un sostituto in Cda e proclamando il nuovo presidente nella persona dell’incontenibile Ciapanna, con la chiara intenzione di porre i soci, alla prossima Assemblea, di fronte al fatto compiuto e quindi ratificare il ‘pacchetto preconfezionato’. Se il sindaco di Teramo nulla ha da ridire avendo ‘sistemato’ un suo collaboratore, la speranza è che altri sindaci rifiutino la logica della mera occupazione delle poltrone che si vuole loro imporre, chiedendo le dimissioni di tutto il Cda e procedendo a nomine unitarie e competenti nel rispetto degli attuali equilibri politici”. Secondo Di Sabatino, ciò che più stupisce è che gli atti di arroganza politica siano accompagnati dalla forzatura delle norme a presidio della legalità. La proceduta, infatti, è illegittima, poiché utilizzabile nel caso in cui si dimetta un membro del Cda e non il suo presidente, il quale è nominabile solo dall’assemblea, con conseguenti vizi degli atti che questo abusivo Cda porrà in essere a suo rischio e pericolo, e che saranno oggetto di grande attenzione da parte dell’assemblea dei Soci, sicuramente da parte di chi, per volontà del Pdl, è stato relegato per la prima volta al rango di minoranza assembleare”.

Di tutt’altro tenore il Norante-pensiero, secondo cui “le dichiarazioni polemiche dei sindaci, dei consiglieri regionali e degli altri rappresentanti del Pd relative alla nomina del consigliere-provvisorio Vinicio Ciarroni e del presidente pro-tempore Carlo Ciapanna nel consiglio di aministrazione del Ruzzo oscillano tra il patetico e il vergognoso”.

Secondo Norante, “sulle vicende legate al Ruzzo il Pd teramano dovrebbe tacere almeno per mezzo secolo, il tempo necessario al consorzio per riprendersi dalla situazione di pre-collasso in cui si ritrova dopo l’assalto alla diligenza perpetrato dai rappresentanti di questa pseudo-sinistra in tanti anni di gestione personalistica di un bene pubblico come l’acqua. Basterebbe ricordare la parentopoli legata alle assunzioni clientelari che hanno portato gli uffici del Ruzzo ad avere più impiegati che scrivanie ! Assunzioni fatte in barba ad ogni tipo di scelta meritocratica o, peggio ancora, senza alcun concorso, vanificando la possibilità di ingresso aperta a tutti i giovani e non solo agli amici o agli amici degli amici. D’altra parte questo tipo di scelta viene da lontano, da quando la sinistra e, in particolare, il Pci-Pds-Ds-Pd fece la scelta dei sei ambiti territoriali anziché dell’ambito unico, come prevedeva la legge di riforma, la cosiddetta legge. Sarebbe interessante andare a controllare chi a quel tempo in Regione votò a favore e chi contro per poter accollare le colpe di quelle scelte insensate ma conformi a logiche di partito ai veri responsabili. Comunque stiano tranquilli i sindaci dei comuni aderenti al consorzio, perché, come già dichiarato da alcuni autorevoli rappresentanti del centro-destra, saranno loro a fare le scelte per completare un consiglio di amministrazione che, ci auguriamo, possa riportare l’immagine ma, soprattutto, le casse del Ruzzo ai gloriosi tempi della gestione di un presidente rimpianto da tutti come Pio D’Ilario”.