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Nereto, polemiche sul consiglio. Laurenzi: regole puntualmente disattese

Nereto. Una luna nota per ribattere alle accuse del sindaco, sui cavilli della opposizioni, ma per esprimere un giudizio politico decisamente molto critico sull’operato dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giuliano Di Flavio.

 

Daniele Laurenzi, capogruppo della lista La Fonte-Uniti per Nereto puntualizza alcuni dei concetti espressi dal sindaco che aveva rimproverato alle opposizioni di aver disertato la seduta di approvazione del bilancio di previsione.

 

“Va innanzitutto precisato”, scrive Laurenzi, “ che eravamo presenti all’apertura del lavori del consiglio insieme al consigliere Piero Di Felice e Fabio Cinì dove abbiamo chiesto di poter leggere un documento sottoscritto dalle minoranze contestando l’ennesimo mancato rispettato delle procedure, in questo caso, di deposito degli atti del bilancio. Il Sindaco nella sua doppia veste anche di presidente del Consiglio Comunale ci ha negato la parola e la lettura quindi abbiamo deciso di abbandonare la seduta depositando il documento”.

 

 

La precisazione.  “In passato tutte le amministrazioni precedenti a questa”, prosegue, “hanno rispettato l’iter procedurale dell’approvazione dei bilanci (momento fondamentale nella vita di un Comune), rispettando le prerogative dei consiglieri e le leggi dello Stato Italiano. Questa amara constatazione la devo necessariamente fare io vista la mia permanenza ininterrotta in seno al Consiglio Comunale dal 2004. Siamo di fronte ad una giunta illegittima (mancato rispetto della parità di genere) che approva di nuovo un bilancio che purtroppo non può essere neanche formalmente osservato ed emendato perché mancante del deposito formale di tutti i documenti, così come disposto dal TUEL. Purtroppo continua lo strano rapporto tra forma e sostanza delle regole dove con questa amministrazione la stragrande maggioranza degli atti amministrativi risultano viziati da una sistematica mancanza di coerenza logica, contabile e giuridica. Sia chiaro che le eventuali responsabilità, anche solo politiche, di tutto ciò non sono solo del Sindaco o di alcuni organi comunali ma di tutta la giunta e dei consiglieri che continuano, visibilmente spaesati, a votare atti impropri con il risultato di tenere a galla una maggioranza in Consiglio che forse non è più maggioranza nel paese.

Personalmente credo che la responsabilità più grave sia quella politica perché non consentire il controllo delle minoranze è molto più grave di qualsiasi giudizio, ricorso o eventuale intervento di organi terzi. La cosa grave è la concezione del rispetto delle norme, e non dei cavilli burocratici come li definisce il nostro Sindaco, grave è la mancanza di vigilanza sugli organi della pubblica amministrazione, gravi sono le plurime investiture e le mancate investiture sindacali come l’assenza del preposto all’anticorruzione, gravi sono gli affidamenti diretti senza gare d’appalto, grave è quello che abbiamo ascoltato in Consiglio sulla delibera giuntale n. 52 del 30/04/16 dove il contenuto ambiguo di messaggi whatsapp letti sono stati poi omessi dalle verbalizzazioni pubblicate. Forse il Sindaco è tranquillo perché in fondo è pienamente consapevole che un atto amministrativo se pur viziato e illegittimo produce effetti, il cui corretto esercizio è sindacabile solo in sede giurisdizionale ovvero l’annullamento del TAR. Noi questa strada anzi questo ginepraio non abbiamo mai pensato di percorrerla evitando contenziosi e ulteriori eventuali danni economici al Comune, la cui salvaguardia viene prima delle vittorie politiche, se lo ricordino i nostri amministratori quando ammirano la buca del Romeo Menti o quando per il completamento della variante s.p. 259 determinano con la Provincia di Teramo la cancellazione di una rotatoria e realizzano un semplice poco utile e meno sicuro svincolo.

 

 

Non permettiamo al Sindaco però la licenza di affermare che ci aggrappiamo a cavilli inventati e che alziamo strumentali polveroni perché sa perfettamente che siamo di fronte a un generale disastro in termini di legittimità di atti e di procedure in capo agli organi comunali. Questo disastro è lo spettacolo dato da questa maggioranza e che si ripercuote concretamente nello stato di abbandono indecoroso in cui versa Nereto da tre anni”.