Giulianova. Nella giornata di ieri l’Onorevole Arturo Scotto, tra i fondatori del nuovo partito Articolo 1 Movimento Democratico e Progressista, ha proseguito la due giorni in Abruzzo partecipando all’assemblea pubblica di Giulianova insieme a Francesco Mastromauro, sindaco della città e primo ad aderire, Gian Luigi Core, componente del CdA dell’ente porto, e Tommaso Di Febo che ha introdotto l’incontro durante il quale è stata ribadita la volontà di costruire una nuova fase politica della sinistra popolare e di lavorare quotidianamente con cittadini ed istituzioni su territorio.
“Questo movimento che si mette in campo, pone nuovamente al centro temi cari alla sinistra: quelli legati al lavoro e alla povertà – spiega Di Febo nel suo intervento – Ci sono l’impegno di voler costruire un soggetto politico e la possibilità di costruire una nuova sinistra che ridia forza e speranza al popolo italiano”.
“Si deve ripartire dall’anima dai problemi e dalle soluzioni. Oggi noi costruiamo e non distruggiamo – dichiara il sindaco Mastromauro – Cominciamo a farci carico di una fase programmatica partendo dai disagi e offrendo soluzioni credibili che vengano realizzate. Per questo motivo, l’Mdp deve aspirare ad essere un movimento di governo e non un partito di mera testimonianza”.
Nel suo intervento, Scotto illustra i punti cardine: la ricostruzione di uno Stato e di una dimensione pubblica, l’idea di eguaglianza, investimenti e risorse, il lavoro, la prevenzione, la “Buona scuola” e la riforma della politica.
“Rimettiamo al centro la battaglia per un mondo più equilibrato e più giusto dove il tema di chi comanda significa non più concentrazione di potere e di ricchezza ma distribuzione del potere e distribuzione della ricchezza” – esordisce il deputato di Articolo 1
“Un nuovo inizio per la sinistra significa tre cose. Primo punto, ricostruire uno Stato e una dimensione pubblica: sfidare quelle forze del mercato che rischiano di assorbire tutti gli spazi di welfare. Oggi la ricostruzione dello Stato e di una dimensione pubblica significa sbloccare l’ascensore sociale che è bloccato e che vede tante persone scivolare in basso. Significa anche riarticolare i poteri. Torna il grande tema di ridare poteri ai Comuni ed alle amministrazioni locali evitando che sindaci come il nostro debba fare salti mortali per evitare di tagliare i servizi fondamentali per i cittadini. Il secondo punto: eguaglianza, parola scomparsa dal vocabolario. E’ troppo larga la faglia tra chi ha troppo e chi ha troppo poco, come accade in questo Paese. Il lavoro e’ diventato una meta molto difficile da raggiungere perché si e’ scommesso sulla precarietà. Ci troviamo dentro una situazione di difficoltà sempre piu’ forte. Il tema e’ di mettere di nuovo al centro gli investimenti e mettere in campo un’idea che riporti le risorse là dove sono state scippate”.
“Proponiamo di passare dall’idea di protezione civile alla prevenzione civile con un grande piano di messa in sicurezza per il territorio. Mai più inseguire l’emergenza ma prevenirla, il che significa riparare edifici pubblici e scolastici e mettere al centro il lavoro di qualità – continua il deputato – Altra idea di uguaglianza, quella scuola pubblica che e’ stata martoriata con la riforma della “Buona Scuola” che ha allontanato migliaia di studenti ed insegnanti dalla loro casa, che non ha chiuso la stagione del precariato e che nello stesso tempo ha posto nelle mani della preside pieni poteri. Ma principio fondativo della nostra costituzione si chiama la libertà di insegnamento e non può essere delegata a nessun dirigente scolastico ne’ tantomeno ad un governo”.
Infine il terzo asse del nuovo inizio: la riforma della politica: “Oggi il potere e’ troppo concentrato e c’è una concezione della politica come mera occupazione del potere. In questa dimensione crescono coloro che dicono “sono tutti uguali”. Lo trovo un messaggio pericoloso e inaccettabile ma finche’ non si metterà al centro una lotta senza quartiere alla corruzione, all’occupazione del potere e una grande questione morale che c’è in questo Paese, queste forze populiste e antisistema rischieranno di crescere. La sinistra che vogliamo costruire è quella che dice: “Siamo distanti da chi intende il potere come mera occupazione e chi immagina di costruire carriere economiche e politiche sulla base di questo”.
“Riforma della politica: è per questo che nasce articolo 1 – conclude Scotto – Come diceva Di Febo, non chiamateci scissionisti, chiamateci ricostruttori in una nuova trama democratica, ricostruttori di un partito che non c’e’ più. Qui in Abruzzo possiamo costruire e credo sia una sfida per la quale valga la pena impegnarsi. Metteremo al centro della nostra Conferenza programmatica un’idea diversa di società, laica, aperta, ambientalista, ecologica e socialista ma dobbiamo anche dare gambe a questo progetto e il primo maggio, giorno della festa dei lavoratori, lanceremo la nostra Carta costituente. Tutti i cittadini che lo vorranno potranno diventare costituenti di questo movimento iscrivendosi e mettendo la centro la propria passione e le proprie idee”.