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Nereto, piano Tari, Di Felice insiste: andava approvato entro marzo

Nereto. La battaglia politica si consuma, in questo frangente, sul piano finanziario della Tari. Il botta e risposta tra il sindaco, Giulianova Di Flavio, e l’ex vicesindaco Piero Di Felice (ora capogruppo di Direzione Futuro), prosegue.

 

Nuovi spunti alla diatriba dialettica, ma anche politica e tecnicistica, li offre Di Felice. Che arriva ad una conclusione per smontare la ricostruzione dell’esecutivo.

 

“In buona sostanza, se quest’anno il servizio di gestione dei rifiuti costasse più dell’anno passato”, scrive in una nota, “sarebbero le casse comunali a dover sborsare la differenza fra le tariffe vecchie e i costi attuali. Se al contrario quest’anno il servizio di gestione dei rifiuti costasse di meno rispetto allo scorso anno, allora sarebbero i cittadini a dover sborsare una somma maggiore rispetto a quanto dovuto”.

 

Tutto questo per ribadire che il piano tariffario della Tari andava approvato entro il 31 marzo.

 

“Aspetterò di vedere come sarà gestito il tutto”, scrive ancora, “e come saranno effettuate entro il 31 luglio quelle “variazioni” a ciò che doveva essere approvato obbligatoriamente entro il 31 marzo, senza un Pef approvato.

Al Sindaco Di Flavio va inoltre ricordata la realtà dei fatti poiché nel Consiglio Comunale del 30 luglio 2015 presieduto dal sottoscritto, mentre il Sindaco Di Flavio era in ferie, fu regolarmente approvato il piano economico-finanziario degli interventi relativi al servizio di gestione dei rifiuti solidi urbani. Pertanto è sotto gli occhi di tutti il grossolano errore di non aver sottoposto al consiglio comunale l’approvazione del PEF, che è presupposto per le tariffe, e le tariffe TARI entro il termine perentorio stabilito dalla legge, vincolando in tal modo il Comune alle vecchie tariffe che dovranno giocoforza coprire la spesa nella identica misura fissata con il vecchio piano finanziario.

Ciò significa che l’Ente rimane bloccato alle esigenze e ai costi dell’annualità precedente, pur facendosi garante degli obblighi di ristoro al gestore degli eventuali maggiori oneri frattanto sostenuti per il nuovo servizio dell’anno in corso, nuovo servizio che il Consiglio comunale non ha comunque approvato nei termini di legge, commettendo una irresponsabilità che potrebbe causare danni alle casse comunali e ai cittadini”.