“La nostra” chiarisce Fabri “non vuole essere una guerra contro nessuno, vogliamo solo veder rispettati i nostri diritti e soprattutto non vogliamo che i soldi pubblici vengano buttati”.
Tutta la vicenda, in effetti, ruota attorno a quei 3milioni di euro circa che l’Enel versa ai Bim (Vomano-Tordino e Tronto) come sovra canone. Una somma, che secondo la normativa dovrebbe essere ripartita, in parte tra i Comuni e, la restante quota, dovrebbe essere utilizzata per i costi di gestione. “Il problema sta proprio qui” aggiungono i primi cittadini. Troppo alta, infatti la somma destinata a “mantenere in vita i Bim”, ovviamente a discapito di quella che poi viene ripartita tra i Comuni aderenti. All’appello mancherebbe circa un milione di euro, “somma che va a coprire i costi di personale, le indennità per assessori e presidenti ad esempio” specifica Fabri. Ma la domanda è: non saranno un po’ troppi? “Il Bim del Vomano” chiariscono ancora i sindaci “ha alle sue dipendenze quattro persone, quello del Tronto solo due. Noi siamo disposti anche ad assorbire il personale, in caso di scioglimento, non è questo il problema, ma a nostro parere ci troviamo davanti ad uno spreco di risorse. In questo momento, la gente chiede dei segnali alla politica e questo è il nostro”. Per i Comuni, poi, il versamento diretto della liquidità rappresenterebbe una boccata d’ossigeno non indifferente, soprattutto in questo momento, in cui “siamo costretti a giocare con le 50 o le 100 euro per assicurare un servizio”. Allora, perché a “metterci la faccia” sono soltanto in tre? “In teoria anche i sindaci degli altri Comuni sarebbero concordi” ammettono i primi cittadini presenti “ma in pratica ci sono degli ‘equilibri’ da mantenere, ‘poltrone’ da difendere”.
“Scommetto che alla fine ci sarà l’inciucio” conclude Fabri “e io sono pronto a denunciarlo, dicendo chiaramente che stanno rubando i soldi ai cittadini”.
Marina Serra