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Asl Teramo, la cura psichiatrica riparte dal territorio. Tre servizi di diagnosi e cura sono troppi

Teramo. “La Asl, essendo emanazione diretta della Regione, si limita ad eseguire i dettami suggeriti/imposti”. Partendo da questa premessa, il direttore generale della Asl, Giustino Varrassi, ha voluto fare oggi chiarezza su una questione che “sta a cuore anche della magistratura”. Si tratta dei servizi di Psichiatria presenti nella provincia di Teramo.

“In questa Asl” ha detto Varrassi “sono presenti due centri per il ricovero, uno a Teramo e l’altro a Giulianova. Ognuno dispone di 15 posti letto, che risultano essere decisamente troppi”. Al centro della discussione, ovviamente, si inserisce il balletto delle aperture e delle chiusure al San Liberatore di Atri (dove è stato avviato un nuovo ricorso a seguito della recente chiusura per mancanza di personale, ndr). “In questo caso “ha chiarito ancora il manager è importante chiarire che il reparto non è stato chiuso definitivamente, anzi. Intendiamo rafforzare il punto assistenziale sul territorio, che è il vero essenziale”. Insomma, niente ricoveri ma un centro territoriale di salute mentale. Perchè, come ha spiegato il direttore del Dipartimento di Salute Mentale, Francesco Saverio Moschetta, è sul territorio che bisogna intervenire, considerato che oggi le patologie sono legate più al disagio sociale che alla malattia mentale vera e propria. “Finora abbiamo fatto dei sacrifici, ma oggi, non avendo personale a disposizione, non posso chiederli a nessuno” ha aggiunto Moschetta. “La psichiatria si cura prevalentemente nei Centri di Salute Mentale, non negli Spdc (Servizi di diagnosi e cura). Ma se Pescara e L’Aquila ne hanno uno a testa e Chieti due (con 60mila abitanti in più, per quale motivo Teramo dovrebbe averne tre? Allo stato attuale almeno il 50 per cento dei ricoveri è legato ad emergenze sociali, non cliniche. Non a caso, sono aumentate le depressioni, non le schizofrenie”.