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Teramo, ampliamento Giunta: le critiche del Pd a Brucchi

Un tentativo scoordinato per mantenere in piedi questa “bruttissima” amministrazione e un’ennesima umiliazione dei teramani costretti a vivere la più grave emergenza della storia recente. Per il capogruppo regionale del Pd, Sandro Mariani, e il suo collega al Consiglio comunale, Gianguido D’Alberto, è una condanna senza appello quella all’ennesimo rimpasto attuato dal sindaco Maurizio Brucchi, reo di voler solo occupare poltrone e potere alle spalle dei cittadini.

Ma è in particolare contro Dodo Di Sabatino, esponente del gruppo civico Teramo Soprattutto, che si concentrano le critiche del Pd che non perdona all’ormai ex consigliere di aver accettato una poltrona proveniente da chi, fino a qualche settimana, era stato bersaglio di forte disapprovazione.

“Non entro nel dettaglio delle persone”, scrive in una nota Mariani, “ma vale la pena di specificare quanta incoerenza aggiunge Dodo Di Sabatino Martina con la nomina ad assessore a questa già sbrindellata compagine che dovrebbe essere a capo di una città che, ricordiamo, è il capoluogo. La storia di Teramo viene cancellata a ogni decisione del sindaco Brucchi e a ogni ritocco di una giunta che è chiamata sempre e solo ad arricchirsi di numeri, per soddisfare tutti coloro che possono avanzare pretese e che costituiscono una minaccia per la sopravvivenza politica del sindaco”.

Mentre D’Alberto si chiede come sia possibile che gli assessori in carica, “delegittimati da un consigliere comunale che dopo averli squalificati per mesi si è poi di fatto autoattribuito deleghe e funzioni, e tutti i consiglieri comunali di quel che resta della maggioranza accettino con complice silenzio il ruolo di pedine da spostare”, avallando decisioni prese non comunemente che non tengono conto delle sorti della città.

“Ma quale credibilità”, si chiede D’Alberto, “può avere un sindaco che dopo aver invocato lo spettro del dissesto finanziario aumenta del 30 per cento la Giunta e i suoi costi gravando, in modo inaccettabile, di ulteriori 200.000 mila euro il già disastroso bilancio comunale. Quale credibilità potrà spendere chi in maggioranza avallerà un’operazione che grida vendetta in una situazione in cui il bilancio 2016 si è chiuso con un negativo di anticipazione di cassa di oltre 11 milioni di euro? A questo punto, il gioco è chiaro e il Re è nudo”.

Una ennesima dimostrazione, dunque, del fallimento del centrodestra che, come ha dichiarato con grave candore l’ “autoassessore” Di Sabatino, “senza le calamità oggi non sarebbe più esistita”.