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Approvato il nuovo dimensionamento scolastico: la decisione ora spetta alla Regione

Teramo. Il Piano di dimensionamento scolastico è stato approvato ieri sera dal Consiglio a maggioranza e con l’astensione dell’IDV. “Un risultato faticoso ma importante – ha commentato l’assessore alla Pubblica istruzione, Giuseppe Antonio Di Michele – come tutti i casi dove bisogna fare una sintesi ci sono singole situazioni le cui aspettative non vengono completamente esaudite ma nel complesso abbiamo salvaguardato i luoghi montani e marginali, già penalizzati dalla perdita di numerosi servizi e abbiamo riequilibrato l’offerta formativa in una logica di poli. Su Teramo capoluogo non abbiamo trovato un accordo con la minoranza e abbiamo ritenuto di dover accogliere le ragioni dell’amministrazione comunale che ha un suo piano che guarda al futuro”. Rispetto alla proposta licenziata dalla maggioranza e portata in Consiglio dall’assessore Di Michele l’aula consiliare ha proposto alcune modiche: l’autonomia a Colledara (proposta dalla commissione consiliare competente su proposta del capogruppo dell’IDV, Mauro Sacco e votata all’unanimità); la proposta del Pd di accorpare la scuola media Zippilli di Teramo con la elementare San Giorgio (bocciata a maggioranza); l’emendamento presentato dal consigliere di maggioranza Adriano Di Battista di riconoscere la dirigenza a Sant’Omero e non a Nereto sulla base della tesi che scorporando gli alunni di Torano già caricati sulla scuola di Nereto sarebbe Sant’Omero ad avere più alunni (bocciato all’unanimità con l’astensione dei Liberalsocialisti). Su questo emendamento è intervenuto anche il presidente Catarra: “Capisco le legittime ragioni del consigliere che si fa portavoce delle istanze del suo territorio ma la richiesta non è compatibile con i principi tecnici e legislativi”. Catarra ha quindi proposto che l’emendamento di Di Battista fosse trasformato in una dichiarazione da allegare alla delibera e così è stato fatto. Allegato al Piano anche la “raccomandazione” della consigliera di Giulianova, Rosanna Di Liberatore, di “eliminare l’indirizzo di Scienze applicate a Roseto”. Le dirigenze ridotte sono 11 (rispetto alle 9 obbligatorie e il capogruppo del Sel, Giuseppe Di Febbo si è augurato che questo possa far recuperare delle reggenze a Martinsicuro e Silvi.)

Le decisioni si sono sviluppate attorno a quanto previsto dalla legge 111 del 15 luglio 2011: gli istituti comprensivi per acquisire l’autonomia devono essere costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche.

Alle istituzioni scolastiche autonome costituite con un numero di alunni inferiore a 500 unità, ridotto fino a 300 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche, non possono essere assegnati dirigenti scolastici con incarico a tempo indeterminato. Le stesse sono conferite in reggenza a dirigenti scolastici con incarico su altre istituzioni scolastiche autonome”. Quindi, è stato costituito un tavolo interistituzionale – al quale ha partecipato anche l’ufficio scolastico oltre ai sindacati e ai rappresentanti degli enti locali – che in queste settimane ha contribuito a comporre la proposta arrivata in Consiglio facendo una sintesi fra le richieste arrivate dai Comuni e quelle sollecitate del mondo della scuola, non sempre coincidenti. Di seguito il Piano approvato, al quale di deve aggiungere la richiesta di deroga per Colledara. Ora la parola passa alla Regione – ieri sera ha assistito al Consiglio l’assessore al ramo, Paolo Gatti – alla quale spetta l’ultima parola.

Il caso Martinsicuro. La decisione adottata, però, non sembra soddisfare gli operatori scolastici di Martinsicuro, alcuni dei quali ieri mattina hanno inviato una lettera per chiedere un mutamento negli orientamenti. Va detto che per quanto concerne Martinsicuro e Villa Rosa il piano prevede un accorpamento tra le due dirigenze scolastiche, di fatto anche in precedenza era così, ed anche una sola segreteria. Principio, questo, che pone dubbi sul piano organizzativo a didattico, anche in considerazione di quella che è la natura della popolazione scolastica.