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Teramo, il dramma sociale della crisi economica: la denuncia dei Comunisti Italiani

Teramo. “La violentissima crisi economica che investe il nostro Paese non ha risparmiato la Provincia di Teramo che, dal 2009 ad oggi, ha visto spazzate via 562 aziende dell’industria manifatturiera, di cui 188 in Val Vibrata”. E’ quanto sostiene in una nota la Federazione Teramana del Partito dei Comunisti Italiani, che punta i riflettori sui recenti dati forniti dalla Cgil, che mostrano un quadro inquietante ed allarmante.

“In circa quattro anni” aggiungono “sono stati bruciati settemila posti di impiego,e nel solo settore del legno la forza lavoro si è dimezzata del 40 per cento, mentre nel tessile-abbigliamento-chimici assistiamo ad un crollo verticale del livello occupazionale,che passa dai circa 12.200 lavoratori del 2008 agli attuali 9.400. Il campo metalmeccanico ha registrato licenziamenti in varie aziende,senza contare le procedure di mobilità aperte,e l’aumento esponenziale di richieste di messa in Cassa Integrazione che investono ogni settore produttivo della nostra provincia”.

Il Partito dei Comunisti Italiani ritiene che la situazione sia ormai di una “gravità assoluta” e denuncia una fase di “vero dramma sociale, in un contesto odierno che per i lavoratori e le loro famiglie significa sacrifici smisurati, preoccupazioni, povertà”.

“Sollecitiamo con la massima urgenza le Istituzioni competenti” concludono “ed, in particolare, l’assessore regionale e provinciale al lavoro ad assumersi le proprie responsabilità, avviando da subito un confronto con tutte le parti sociali per aprire una vertenza che ponga le basi per lo sviluppo di un vero piano industriale che possa salvare e rilanciare, attraverso il lavoro, non solo la nostra provincia, ma l’intera regione”.