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Atri, il San Liberatore infiamma il Consiglio Comunale

Atri. È stato un Consiglio Comunale fiume e molto acceso quello che si è riunito ieri ad Atri. Due i punti all’ordine del giorno, che hanno animato non poco l’assise pubblica: la variante parziale al Piano particolareggiato in centro storico in conseguenza di Accordi per la realizzazione di programmi urbani con le controdeduzioni alle osservazioni e la contestuale approvazione della variante PPCS, e la richiesta dimissioni immediate del direttore generale della Asl di Teramo e totale contrarietà alla costruzione del nuovo ospedale di Giulianova.

Sul primo punto, sono state respinte le eccezioni e la variante è stata approvata con i voti della maggioranza. E, a questo proposito, è forte la critica del segretario comunale de La Destra, Roberto Marchione, che chiede le dimissioni dell’assessore al Bilancio, Dino Centorame. “L’assessore, infatti” spiega “ha partecipato al voto nonostante fosse il fratello del progettista che curerà la nuova costruzione dell’ex consorzio. Anche se secondo la maggioranza è consentito dalla legge, noi la consideriamo una vergogna politica. La maggioranza mostra sempre più di tenere alla propria famiglia senza rendere trasparente il proprio operato. Siamo stufi e non possiamo fare altro che chiedere le immediate dimissioni dell’assessore Centorame. La cosa pubblica non può rischiare di diventare un affare privato”.

La discussione si è poi spostata sull’altro tema caldo: l’ospedale San Liberatore. E quella che nel precedente Consiglio era solo una mozione, è diventato ora un punto all’ordine del giorno presentato dai gruppi di opposizione.

“Il Consiglio Comunale di Atri” si legge nel testo presentato ieri “chiede le dimissioni immediate del Direttore Generale della Asl di Teramo per l’evidente incapacità di portare avanti una corretta ed equilibrata politica sanitaria nel territorio Teramano ed esprime la più totale contrarietà alla costruzione del nuovo ospedale di Giulianova perché in contrasto con i più elementari criteri di razionalità e perché andrebbero a coesistere (contro quanto dichiarato ufficialmente) due ospedali per acuti nella Provincia di Teramo, a pochissimi minuti di distanza l’uno dall’altro, con uno sperpero di denaro pubblico senza precedenti. Il tutto, in un momento di grave crisi economica e lasciando il vuoto più assoluto nell’area sud della provincia che verrebbe consegnata come boccone succulento alla sanità privata”.

Il voto è stato preceduto da una accesa discussione, nella quale hanno preso la parola i consiglieri del Pd e dell’Udc, Giuseppe Forcella e Paolo Basilico, ed il sindaco Gabriele Astolfi.

“Varrassi si è fatto beffa di tutto il Consiglio” ha dichiarato Forcella “sindaco compreso, perché non ha tenuto conto dell’atto stilato dalla Commissione appositamente istituita. La richiesta di dimissioni è la conseguenza logica di ciò”. Basilico, invece, ha fortemente criticato quello che ha definito “l’asse sanitario Teramo-Giulianova”: “si sono venduti la sanità provinciale” ha detto “tutti, dal centro destra al centro sinistra. Varrassi ha il dovere di intervenire in Consiglio, anziché continuare a scappare”.

Secca la risposta del primo cittadino, il quale ha ribadito che “Atri non perderà niente con questi atti aziendali, anzi, ne uscirà rafforzata. Ciò che si sta chiedendo ora (medici, apparecchiature, ecc) è un problema che appartiene anche alle precedenti gestioni, ma in passato non si è mai fatto niente”.

Intanto, i dati ufficiali della Asl, descritti dallo stesso Astolfi, parlano di posti letto in lenta diminuzione, passati dai 189 del 2007 ai 135 del 2010.

“Stiamo cercando di risolvere la questione prima del 14 ottobre (giorno in cui il Consiglio di Stato si pronuncerà sulla bocciatura dei ricorsi da parte del Tar, ndr), perché se il Consiglio si esprimerà negativamente, allora non ci sarà più nulla da fare. Noi comunque da anni ci impegniamo per il San Liberatore. Il tempo è galantuomo e l’ospedale di Atri tornerà a lavorare meglio di prima. Siamo fiduciosi che la prossima settimana riusciremo a risolvere tutti i problemi. Se e quando ci saranno degli atti ufficiali che parleranno di un nuovo ospedale a Giulianova, penalizzante per quello di Atri, allora ci muoveremo per impedire che ciò accada”.

Al termine della discussione, le operazioni di voto hanno avuto esito negativo per l’opposizione: l’ordine del giorno, infatti, è stato bocciato con i voti contrari della maggioranza (assenti Di Quirico, Filiani, Felicione e Colleluori) e quelli favorevoli dell’opposizione (assenti Lupinetti, Basilico e Zippilli). Resta un dubbio sul consigliere di maggioranza, Davide Di Giacinto, il quale non si espresso in senso positivo nè negativo, ma non si è nemmeno astenuto e il che, tecnicamente, equivarrebbe ad un voto favorevole.

Subito dopo, però, il colpo di scena: il Pdl presenta una sua mozione sul San Liberatore, formulata dal consigliere Di Giacinto e sottoscritta da tutta la maggioranza, che impegna il Consiglio Comunale a “richiedere al Direttore Generale della Asl un piano documentato ed un time planing che diano dimostrazione delle azioni che saranno intraprese su Atri nel breve e lungo periodo, sia sui reparti che sui macchinari ed il personale, con particolare attenzione ai concorsi per i primari”. Impegna, inoltre, il Consiglio a “ribadire la volontà di prendere atto del nuovo presidio ospedaliero (quello di Giulianova, ndr) e, pur avendo avuto garanzie sul futuro, ribadiamo la nostra attenzione affinché la nuova costruzione non assorbisca o incida negativamente sul presidio ospedaliero di Atri e sulle sue professionalità”. Impegna, infine, il sindaco a “sollecitare il Direttore Generale della Asl a pubblicizzare le azioni assunte per l’Ospedale di Atri, nel rispetto di quanto richiesto e ritenuto e degli impegni presi dal Consiglio Comunale”.

Un’aula semi deserta ha, tuttavia, fatto saltare il voto sulla mozione. L’opposizione ha abbandonato l’assise, niente numero legale: tutto rinviato al prossimo Consiglio Comunale.

“Prendiamo atto che c’è stata una presa di posizione della maggioranza” commenta il capogruppo consiliare del Pd, Gabriella Liberatore “la accogliamo favorevolmente , ma non possiamo votarla perché andrebbe contro ciò che abbiamo chiesto”. Ossia le dimissioni di Varrassi. “La mozione non è stata votata” spiegano ancora i gruppi consiliari di Pd e Udc “perché la maggioranza non è riuscita a garantire il numero legale, vista l’assenza di alcuni consiglieri. Il numero è stato, però, garantito nella votazione del punto precedente, relativo agli accordi di programma , anche con il voto ingombrante di qualche consigliere che avrebbe potuto risparmiarselo”.

“Nel ribadire lo sforzo politico e l’impegno di tutta la maggioranza a tutela dello sviluppo futuro del San Liberatore” ha commentato il sindaco Astolfi “confermiamo la disponibilità già manifestata dalla direzione generale della Asl a venire incontro alle richieste della maggioranza per la soluzione delle problematiche inerenti la psichiatria e l’urologia, a prescindere dai ricorsi in atto. La mozione sarà presentata come punto all’ordine del giorno nel prossimo Consiglio Comunale, anche se la prossima settimana tutte le questioni inerenti le problematiche in questione troveranno soluzione positiva per il nostro ospedale e il nostro territorio, confidando nella disponibilità già manifestata in più occasioni da Chiodi e Varrassi”.

La prossima settimana, dunque, potrebbero esserci importanti novità, a detta del primo cittadino. Non rimane altro da fare che attendere i prossimi sviluppi.

 

Foto: Luciano Alonzo