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Teramo Lavoro, l’opposizione in Provincia chiede una svolta radicale

provincia_opposizione_TeLavprovincia_opposizione_TeLavTeramo. “Approssimazione ingiustificabile” e “irresponsabilità”. Questi gli elementi che hanno caratterizzato il comportamento della Giunta Provinciale e dell’amministratore di Teramo Lavoro, Venanzio Cretarola, nella vicenda relativa alla scadenza dei contratti per i 110 dipendenti della società in house della Provincia di Teramo.

Un comportamento denunciato con forza dai gruppi di minoranza in Provincia, Partito Democratico, Italia dei Valori, Sinistra Ecologia e Libertà e lista La Tua Provincia.

Un giudizio fortemente critico nei confronti di un comportamento che lo scorso venerdì ha dato vita a quelle che il capogruppo Ernino D’Agostino ha definito “scene mai viste prima”, con gli utenti in protesta per la carenza dei servizi.

“Prendiamo atto del prolungamento di 15 giorni” aggiunge D’Agostino “ma si è corso il corposo rischio che si polverizzassero 110 rapporti di lavoro. La Giunta Catarra conferma ogni giorno la sua inadeguatezza. E’incredibile che il confronto con le rappresentanze sindacali sia stato affrontato solo nelle ultime ore del giorno di scadenza dei contratti (lo sapevano da 6 mesi che i contratti sarebbero scaduti il 30 giugno) e che, a seguito della mancata intesa, si sia determinata l’interruzione dei servizi e sia stata messa a rischio la prorogabilità dei contratti di lavoro. La stessa giustificazione addotta dal presidente Valter Catarra, ovvero la necessità di attendere l’approvazione del Bilancio di previsione per assicurare le coperture finanziarie, aggrava il nostro giudizio critico: se il Bilancio non è stato approvato nei termini previsti dalla legge (30 giugno) non lo si deve a fattori casuali, bensì ai pesanti ritardi di una Giunta inadeguata”.

E, di fronte allo stato emergenziale della gestione di Teramo Lavoro, i gruppi consiliari di minoranza in Provincia chiedono una svolta radicale, nel segno dell’efficienza e della trasparenza. “Teramo Lavoro non può continuare così” dice ancora D’Agostino. “Proponiamo, quindi, di definire un progetto strategico in grado di individuare i servizi da gestire e gli obiettivi da perseguire. Un vero e proprio piano industriale che indichi il fabbisogno di personale e le figure professionali da impiegare, per le quali bisogna puntare alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro”.

A questo proposito l’ex presidente della Provincia ricorda che, negli anni passati, buona parte dei dipendenti di Teramo Lavoro avevano superato delle regolari selezioni pubbliche e circa quaranta lavoratori avevano superato una seconda prova concorsuale per la trasformazione dei contratti di collaborazione in contratti a tempo determinato. “Un percorso di stabilizzazione bloccato dalle decisioni della Giunta Catarra e dalle norme vessatorie del ministro Brunetta. Con Teramo Lavoro è necessario avviare un percorso di stabilizzazione per porre fine ad una precarietà che non fa altro che nuocere alla qualità dei servizi”.

E, in attesa che il presidente Catarra convochi la settima Commissione di vigilanza, come richiesto dalla stessa minoranza in Consiglio per far luce sulle “zone d’ombra” della Teramo Lavoro, il consigliere del Pd Rosanna Di Liberatore lancia un interrogativo: “non è il caso che un presidente in perenne fase emergenziale dia le dimissioni?”.