Teramo. Tredici dirigenti sono troppi per un Ente come la Provincia di Teramo. A sostenerlo è il sindacato teramano della Uil che ha convocato, questa mattina nella Sala del Mutilato, un’assemblea pubblica dei dipendenti. Tema di discussione, la nuova pianta organica presentata dal presidente Valter Catarra al settore dirigenziale, senza confrontarsi con il tavolo sindacale.
“Come sindacato” spiega il segretario provinciale della Funzione Pubblica, Alfiero Di Giammartino “abbiamo proposto una suddivisione in cinque aree con cinque dirigenti. In questo modo si avrebbe un risparmio di circa 700mila euro all’anno da investire, eventualmente, su nuove assunzioni e servizi per la collettività. Solo per il presidente, la giunta ed il consiglio hanno previsto invece circa 80 unità. Si devono fermare, la pianta organica va assolutamente azzerata e rivista, per una riduzione dei costi per il personale che passi attraverso la riduzione dei dirigenti”.
E in effetti sono molti i malumori registrati tra i dipendenti che questa mattina hanno partecipato all’assemblea. Da una parte c’era chi si lamentava per un trasferimento “spacciato” per promozione da un settore, nel quale aveva lavorato per anni acquisendo una certa professionalità, ad un altro nel quale non aveva alcuna esperienza; dall’altra c’era chi mal digeriva la staticità della cifra “apposta in basso a destra”, quella relativa al netto corrisposto ogni mese.
Senza parlare dei servizi in netto calo qualitativo e quantitativo. Ed emblematica, a questo proposito, è la situazione vissuta nella Biblioteca provinciale. “Non siamo più in grado di garantire i servizi” spiega uno dei dipendenti “abbiamo affisso un cartello per comunicarlo agli utenti. Manca il personale, cosa possiamo fare? La Teramo Lavoro è fuggita dalla biblioteca e sapete chi sta tappando i buchi? I borsisti e i tirocinanti, che non prendono nemmeno il rimborso per il biglietto dell’autobus. Stanno calpestando ogni sacrosanto diritto e sono qui per denunciarlo per l’ennesima volta. Non è più il tempo di parlare, come sindacato dobbiamo agire”.
E poi, ancora, il corpo di polizia provinciale, che dal 1 luglio non ha un comandante e ad oggi non è stato ancora nominato un responsabile. “L’amministrazione cosa fa?” dice un agente scelto Rsu “o non risponde o dice che, come logica vorrebbe, comanda il più alto in grado. Ma allora, perché non lo mettono nero su bianco?”.
Insomma, il clima di malcontento è piuttosto evidente, unito ad un forte senso di smarrimento e ad una grande demotivazione personale. “La Provincia manca di obiettivi specifici” conclude Di Giammartino. “Il nostro interesse è salvaguardare gli interessi del lavoro e della collettività. E se non ritireranno la pianta organica useremo tutti gli strumenti a nostra disposizione”.
